Michele Luca Nero
giovedì 6 agosto 2009
mercoledì 5 agosto 2009
never ending stories - immagini senza tempo
Domenica 16 agosto 2009, alle ore 18.30, presso la Canonica della Chiesa di San Michele Arcangelo di Villacanale, verrà presentata l’ultima personale di pittura di Michele Nero, NEVER ENDING STORIES/immagini senza tempo, con il patrocinio dell’Associazione Culturale “Nuova Villacanale” e la collaborazione del Web Magazine CU.SP.I.D.E. (www.cuspide.biz)
Piccole realtà che sfuggono all’occhio umano, frammenti di vita troppo spesso sommessi. Ricordi lontani, di antiche memorie quasi perdute, impareggiabili sfondi emozionali. Quando la mente viaggia con un biglietto di sola andata alla ricerca perenne di attimi di semplicità che non esistono più ma che rivivono nonostante il trascorrere del tempo. Un tempo circolare, dell’eterno ritorno, dove corsi e ricorsi storici si confondono con una natura selvaggia, a tratti dimenticata; terra di confine tra l’universo e l’oblio, infinitamente povera quanto mai ricca . . .
COMUNICATO STAMPA
N.E.S. (NEVER ENDING STORY) come sinonimo di eternità.
Immagini senza tempo che, come piccoli frame, uniscono e dividono.
Nell’immaginario collettivo ogni scorcio (N.E.S.) assume una valenza differente, per alcuni positiva - legandosi a ricordi piacevoli - per altri negativa.
In ogni caso ogni N.E.S. si caratterizza come universo a se, carico di significato per il semplice fatto di esistere.
Eteree e fuori dal tempo (timeless), le N.E.S. attraversano una vasta gamma di atmosfere, nitide o confuse, a colori o in bianco e nero, ma sempre incredibilmente accattivanti.
Così rivivono le vecchie facciate o il grande campanile, i lampioni e le minuscole strade che collegano una casa all’altra.
A volte difficili da contestualizzare, mantengono sempre un’aura di immortalità.
Anche per coloro che non le hanno vissute personalmente, le N.E.S. conservano sempre la soddisfazione visiva di un’immagine senza tempo, che comunque in qualche modo riesce a toccare le corde dei sentimenti più intimi e, attraverso la forma e il colore, a restituire un senso di appagamento interiore che ne determina il piacere.
never ending stories
immagini senza tempo
Canonica / Chiesa di San Michele Arcangelo
Villacanale (IS)
Domenica 16 agosto 2009, ore 18.30 (vernissage)
Con il patrocinio di:
Associazione Culturale “Nuova Villacanale”
www.villacanale.it
CU.SP.I.D.E.
CUltura Spettacolo Intrattenimento Divagazioni artistiche Etno-gastronomia
www.cuspide.biz
info@cuspide.biz
Official blog:
immaginisenzatempo.blogspot.com
martedì 28 aprile 2009
La Mer – La Dentelle, La Dentelle – La Mer
DAL LABORATORIO ATELIER AL MUSEO
Negli ultimi vent’anni questo intellettuale, estroverso e creativo, si è dedicato soprattutto al tema dell’abitazione, ridisegnando spazi e ambienti dominati dalla contaminazione geografica, da culture lontane e dalle infinte possibilità della linea curva.
E’ solo negli ultimi anni che l’invenzione svincolata dai limiti della composizione architettonica, si è espressa in maniera libera e solo apparentemente giocosa, in opere di scultura e pittura realizzate con una manualità di artista del passato.
La sofferenza degli esseri umani e il loro desiderio di redenzione è ben rappresentata dal Cristo in Croce (conservato nella Cappella delle Confessioni, Chiesa di San Pio X), verso cui protende le braccia un uomo che rappresenta il desiderio di elevazione dell’umanità.
Molto interessanti le esili figure scavate nel legno, che ricordano i bronzi di Giacometti, mentre la lezione del ready- made duchampiano è presente nei collage e nei dipinti.
Ferro, bulloni, tondini e lamiere sono gli elementi architettonici che, riassemblati e trasformati da una potente vena creativa, diventano elementi di un percorso artistico variegato e complesso.
lunedì 23 marzo 2009
I Sabini popolo d’Italia
La mostra
La mostra è divisa in quattro sezioni.- I Sabini popolo d’ItaliaLa prima sezione, curata da Maria Carla Spadoni, docente di Epigrafia Latina presso l’Università di Perugia, presenta un inquadramento storico che chiarisce le origini e le vicende del popolo dei Sabini anche attraverso una serie di antiche carte della sabina storica ed un contributo video che darà all’inizio del percorso la linea guida dell’intero itinerario.
I Sabini nell’antichità
Il Mito nell’Arte
Il Ratto delle Sabine dalla letteratura al cinema
martedì 3 marzo 2009
FABULA “In Defence of African children”
Piazza San Salvatore in Lauro, 15 - 00186 Roma
27 Febbraio – 22 Marzo
Inaugurazione venerdì 27 febbraio ore 19,30
Le opere di 42 artisti verranno messe all’asta la sera di venerdì 27 febbraio per finanziare quattro scuole in tre Paesi africani, l’Angola, la Sierra Leone e il Madagascar. Nell’occasione verranno anche premiati i migliori disegni che bambini italiani e bambini del Continente hanno realizzato per illustrare le loro favole tradizionali.
L’importanza della tradizione di un popolo per la comprensione della sua storia, della sua costante crescita culturale e del suo sviluppo socio-politico vedono infatti nello studio dei racconti, delle favole e delle fiabe uno strumento privilegiato.
La mostra-evento FABULA “In Defence of African children” è organizzata dalla Galleria d’Arte Contemporanea Via Metastasio 15 e da Alberto Michelini, già Rappresentante Personale del Presidente del Consiglio per il G8-Africa, per proporre una inedita riflessione sulla cultura italiana, in particolare romana, in relazione alla cultura della civiltà africana, grazie a una raccolta di testi tratti dalle opere di Fedro, di Italo Calvino e a una selezione di racconti africani.
Il progetto ha anche la finalità di innescare una nuova possibilità di scambio culturale e di sensibilizzazione sociale utilizzando le favole, che diventano il cuore di un catalogo-libro, arricchito dai disegni dei bambini e dalle opere di grandi artisti, in cui cultura italiana e cultura africana si trovano equamente rappresentate in un chiaro messaggio di interscambio e rispetto culturale.
La mostra ha inoltre lo scopo di garantire uno strumento per il sostegno della formazione dei bambini in Africa, la fascia più debole della popolazione spesso abbandonata al suo destino. Con la prima edizione del progetto l’interesse è stato rivolto alle comunità di tre Stati africani, l’Angola, il Madagascar e il Sierra Leone, per intervenire con un supporto concreto alle necessità primarie di tanti bambini giornalmente esposti alle difficili condizioni di vita del loro paese natale. I fondi ottenuti dalla mostra sono a sostegno del progetto UNICEF per costruire una scuola nella capitale dell’Angola, Luanda, e a sostegno di tre scuole situate in Mbanza Congo nell’Angola del nord, negli Stati del Madagascar e della Sierra Leone.
Gli istituti che hanno partecipato dall’Africa alla prima edizione di Fabula inviando i disegni dei bambini sono la scuola Help for Life, villaggio Matuku (Sierra Leone), la scuola La Maison D’Aïna (Madagascar) e la scuola Scuola Rev.do Frei Pedro Tosato Capuchinos, Luanda (Angola).
All’iniziativa, organizzata da Bianca Alfonsi, Alessia Montani, Giorgia Simoncelli e da Alberto Michelini, si è unito il generoso entusiasmo del Presidente Unicef Italia Vincenzo Spadafora, del Sotto Segretario ai Beni Culturali, Francesco Giro, del Soprintendente speciale per il Polo Museale Romano Claudio Strinati, della Consigliera per le Relazioni Esterne del Sindaco di Roma Valeria Mangani, dell’on Mario Baccini Presidente della Fondazione Foedus, del giornalista Costanzo Costantini, del Presidente dell’Istituto Nazionale per il Commercio Estero Umberto Vattani, del prof. Adolfo Panfili, della direttrice dell’UNIDO ITPO Italy Diana Battaggia nonché di Roberto E. Wirth, Anna Fendi, Santo Versace e Laura Gucci.
Come rappresentanti dei Paesi africani che il progetto FABULA “In Defence of African Children” sostiene nella sua prima edizione, l’ambasciatore dell’Angola, Manuel Pedro Pacavira e l’ ambasciatore del Madagascar, Jean Pierre Razafy-Andriamihaigo.
Forte e solidale è stata la risposta del mondo dell’arte: Mario Ceroli, Sandro Chia, Franco Ciuti, Emilio Farina, Emilio Greco, Piero Guccione, Alessandro Kokocinski, Graziano Marini, Vincenzo Marsiglia, Umberto Mastroianni, Igor Mitoraj, Sante Monachesi, Mimmo Nobile, Mimmo Paladino, Arnaldo Pomodoro, Oliviero Rainaldi, Lithian Ricci, Eugenio Sgaravatti, Armando Tanzini e Natalia Tsarkova sono presenti con una loro opera donata per l’asta benefica del 27 febbraio.
A questi si aggiungono nuovi nomi dell’arte contemporanea come Angeladellaluna, Brunello, Peppe Butera, Andrea Cadenelli, Nado Canuti, Natino Chirico, Alessio Deli, Luigi de’ Navasques, Julieta Ferrero, Sidival Fila, Silvana Galeone, Alexei Kyrilloff, Francesca Leone, Chicco Margaroli, Marcello Maugeri, Matteo Montani, Zaira Piazza, Francesca Romana Pinzari, Luigi Recchi, Fabiana Roscioli, Stefano Francis Spelar e Gianni Villa.
Il catalogo-libro delle favole della prima edizione del progetto FABULA “In Defence of African Children” è edito dalla Casa Editrice Il Cigno di Lorenzo Zichichi
Sabrina Carletti
SACRO E BELLEZZA DELL'ETIOPIA CRISTIANA - "Nigra sum sed formosa"
E' la prima grande mostra che l'Italia dedichi all'arte più che millenaria dell'Etiopia. Ad ospitarla non poteva che essere Venezia che già nel '400 instaurò con il regno che dominava il Corno d'Africa legami economici, religiosi e culturali molto stretti. Tanto da inviare laggiù, su richiesta del non più mitico "Prete Gianni", propri pittori la cui attività avrebbe poi influenzato per secoli l'espressione artistica di quelle terre.
Fondamentale nella realizzazione dell'iniziativa il ruolo di collegamento tra i vari soggetti coinvolti e il supporto progettuale fornito all'Università Ca' Foscari e alla Regione Veneto da parte di un'azienda di credito, Banca Popolare FriulAdria, che ha inteso in questo modo connotare con un grande evento culturale il progetto di rafforzamento della propria presenza in territorio veneto.
Curatori della mostra, che verrà allestita dal 13 marzo al 10 maggio nella sede espositiva dell'Università Ca' Foscari lungo il Canal Grande, sono Giuseppe Barbieri, Gianfranco Fiaccadori e Mario Di Salvo, coadiuvati da un ampio comitato scientifico internazionale.
Il titolo della mostra "Nigra sum sed formosa" rinvia al celebre versetto del Cantico dei Cantici interpretato in relazione alla regina di Saba. E' stato scelto per ricordare l'antichità dell'esperienza religiosa biblica e cristiana in terra etiopica. Qui sussiste ancora oggi una sorta di chiesa delle Origini, degli Apostoli, che ha saputo conservare, nei riti e nelle rappresentazioni artistiche, lo spirito della prima età evangelica. Un unicum cui non è estraneo il fatto che l'Etiopia cristiana sia venuta rapidamente a trovarsi circondata da popoli islamici. Il forte radicamento di una tradizione cristiana nell'impero del Leone coincise dunque con l'affermazione di una identità etnica, linguistica e culturale, che in buona misura, pur attraverso molte fasi critiche, è giunta sino a noi.
Venezia è stata, almeno già dall'epoca del grande re Zar'a Yâ'qob (1434-68), uno dei partner più significativi, tra gli stati europei, dell'impero etiope, a ribadire così la sua funzione di porta di collegamento tra Oriente e Occidente. Questo elemento segna l'assoluta pertinenza della città di San Marco, che è sede di uno dei più importanti e antichi patriarcati d'Occidente, come luogo e scenario della mostra.
L'esposizione si presenta come un organico e affascinante "racconto", imperniato su riconoscibili personaggi: la Regina di Saba; il Re Lâlibalâ (sec. XII-XIII), da cui prende nome la città santa costruita sulle montagne del Lasta, la "Nuova Gerusalemme" a beneficio dei pellegrini Etiopi, impediti a recarsi in Terra Santa dalla presenza islamica, al modo in cui nell'Europa medievale si realizzavano le varie copie del Santo Sepolcro; il re Zar'a Yâ'qob, sotto di cui, nel XV secolo, il Paese si aprì decisamente alle presenze occidentali; il pittore veneziano Nicolò Brancaleon, detto Marqorêwos (Mercurio), documentato alla corte dei re Eskender e Lebna Dengel fra XV e XVI secolo.
A Ca' Foscari saranno in mostra materiali di straordinaria importanza storica ed artistica, testimonianze preziose e per la più parte inedite: icone, croci, rotoli magici, codici miniati, incisioni, capolavori cartografici, come il Mappamondo di Fra Mauro, rari libri di modelli. A concederle, spesso per la prima volta, sono raccolte private e pubblici musei, nazionali e internazionali. Ad affiancare questi eccezionali reperti originali numerosi contributi a visualizzazione multimediale (musiche, filmati, fotografie opportunamente trattate...) della civiltà religiosa e della grandezza estetica dell'impero del Leone.Suggestione e rigorosa documentazione saranno, quindi, le cifre di questa affascinante mostra.
Ad accompagnare i visitatori nelle diverse sezioni sarà il prof. Stanislaw Chojnacki, patriarca degli studi moderni sull'arte etiopica. Sarà uno dei molti interventi di multimedialità messi a punto da Ca' Foscari. Così come a un gruppo di lavoro interno, quello affidato al professor Augusto Celentano, si deve un prototipo fortemente innovativo di guida multimediale mobile, realizzata in ambiente iPod. In questo modo la mostra diventa un prestigioso laboratorio per gli studenti dell'Ateneo, impegnati a declinare anche nelle più innovative forme dell'edutainment un itinerario denso di reperti e temi di rara suggestione.
Questa importante componente multimediale è messa a servizio della comprensione e della contestualizzazione delle meraviglie originali proposte dall'esposizione. Consentendo di entrare fin dentro lo spazio e lo spirito di monumenti, luoghi e di cerimonie sacre che hanno contribuito a tenere vivissimo un credo bimillenario in terra d'Africa.
A Ravenna torna la Borsa delle 100 città d’arte d’Italia
mercoledì 25 febbraio 2009
Flash grafiche 1960 – 1990
inaugura, sabato 7 marzo 2009 alle ore 18.00, la mostra
Lina Passalacqua
Flash grafiche 1960 – 1990
a cura di Maria Privitera, con la presentazione di Stefania Severi
Durante l’esposizione verrà proiettato il video Lina Passalacqua: un autoritratto, prodotto dalla Teleromacine nel 1990, con testo di Stefania Severi per la regia di Pino Passalacqua.
La mostra si avvale dei patrocini dell’ Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune e della Provincia di Roma.
In occasione della mostra è stato edito dalla Società Editrice Romana un catalogo monografico di 104 pp. con testi critici di Renato Civello e Cinzia Folcarelli, contenente inoltre un vasto apparato grafico e bibliografico.
“Viviamo nell’epoca del flash e tutto appare frammentario, anche i nostri sentimenti subiscono questa caratteristica. Sono impressionata dai flash della nostra epoca, dalle “schegge” di vita che ci colpiscono continuamente.Vivo in una società fatta di flash, che rischia di perdere la memoria storica e, forse, anche quella morale.” (L. Passalacqua, in un colloquio con E. Benedetto nella redazione di “Futurismo Oggi”-1989)
In mostra sono esposti trenta dei cento “disegni-pittura” contenuti nel catalogo, realizzati da Lina Passalacqua dal 1960, in piena Pop – Art, al 1990, su suggestione del lavoro di Andy Warhol e di altri artisti. Utilizzando i giornali dell’epoca, con un procedimento particolare di trasferimento dell’immagine sul supporto cartaceo, e successivamente intervenendo con i colori, Passalacqua crea questi flash di vita, memorie del tempo e dello spazio contemporaneo, non più realizzabili con i giornali di oggi, a causa della diversa composizione dell’inchiostro che non permette un buon trasferimento dell’immagine.
Natura, essere umano, macchine e ingranaggi si fondono tra loro raccontando quaranta anni di storia e di personaggi che l’hanno caratterizzata. Stilisticamente le opere sono un misto di Futurismo e Pop Art, caratterizzate da un forte dinamismo; sono state esposte nel corso degli anni in numerose mostre personali e rassegne, ma solo oggi l’artista ha deciso di presentarle a Roma.
Lina Passalacqua, che ha insegnato trentacinque anni nel Liceo Artistico Ripetta, ritorna oggi in questo luogo, dove sono passati tanti altri grandi artisti che hanno fatto la storia dell’arte italiana.
L’esposizione sarà visitabile fino al 21 marzo con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì 9.00 - 13.00; 15.00 -19.00; sabato 9.00 -13.00; chiuso la domenica;
CROMOFOBIE, percorsi del bianco e del nero nell’arte italiana contemporanea
a cura di Silvia Pegoraro
Pescara, EX AURUM
14 febbraio - 31 maggio 2009
Dal 14 febbraio al 31 maggio 2009 l’EX AURUM di Pescara, affascinante struttura progettata da Giovanni Michelucci negli anni Trenta, ospita la mostra “CROMOFOBIE, percorsi del bianco e del nero nell’arte italiana contemporanea”.
L’idea della mostra dedicata ai “Percorsi del bianco e del nero nell’arte italiana contemporanea” è nata dalla fascinazione esercitata sulla curatrice dal grande “Tunnel” optical di Getulio Alviani, presente all’interno dell’Ex Aurum di Pescara. Si tratta di una grande opera-ambiente, fondata su una semplicissima e complessa interazione ottico-mentale tra il bianco e il nero.
Solo per citarne alcuni: Enrico Baj, Alberto Burri, Enrico Castellani, Giuseppe Caporossi, Gino De Dominicis, Lucio Fontana, Ezio Gribaudo, Piero Manzoni, Gastone Novelli, Giuseppe Santomaso, Angelo Savelli, Mario Schifano, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato e Emilio Vedova. Non dimentichiamo Carla Accardi, Domenico Bianchi, Luigi Boille, Nicola De Maria, Omar Galliani, Jannis Kounellis, Fabio Mauri, Gianfranco Notargiacomo, Nunzio, Oliviero Rainaldi, Giuseppe Spagnulo, Marco Tirelli e Gilberto Zorio, e fra i giovani Andrea Chiesi, Paolo Grassino, Luca Pancrazzi e Gino Sabatini Odoardi.
venerdì 16 gennaio 2009
ALBERTO BURRI 1915 - 1995
Nel 1940 si laureò in medicina all' Università di Perugia e prestò servizio militare come ufficiale medico fino al 1943, quando fu catturato dagli inglesi in Tunisia. Cominciò a dipingere mentre era prigioniero di guerra a Hereford, nel Texas.
Dopo il ritorno in Italia nel 1946, approfondì i suoi interessi artistici, stabilendosi a Roma con il cugino della madre, il musicista Annibale Bucchi. La prima personale di paesaggi espressionisti e nature morte fu allestita nel 1947 presso la Galleria La Margherita. L'anno seguente dopo una serie di esperimenti ispirati a Joan Mirò e a Paul Klee, cominciò a creare le prime astrazioni in un ciclo di pezzi materici. Fin dall'inizio Burri si dimostrò sensibile al fascino delle proprietà fisiche dei colori, sia artistici che industriali, creando immagini di raffinata eleganza ottenute con mezzi poveri. I "neri" furono realizzati variando la consistenza del colore, creando contrasti di superfici lucide e opache, ritmi di screpolature casuali e variazioni di texture nel pigmento incrostato. Nelle "muffe", additivi presenti nel pigmento producevano "fioriture" di colore simili a una coltura batterica. Burri ha inoltre introdotto il concetto del monocromo fin dal 1951 con la serie dei "catrami" nero pece. Tele e telai tradizionali furono usati in maniera anomala per creare i "gobbi" tridimensionali tra il 1950 e il 1952; Burri vi inseriva supporti in legno per dare all'opera rilievo scultoreo. Nello stesso tempo portava a termine una radicale reinvenzione del collage con i "sacchi", tele ruvide rappezzate e rammendate, montate su telaio, che spesso portavano stampigliate scritte che denotavano la provenienza originaria. Per quanto avessero un precedente nelle "pitture Merz" di Kurt Schwitters, le composizioni di Burri abbandonavano l'ironia data a favore di una dimensione più ampia e di una visione tragica, subordinando sempre le qualità della ruvidezza e della casualità al rigore della sottostante struttura compositiva.
Nel 1973 Burri inizia a realizzare grandi opere in ceramica cotta chiara contenente caolino e massa resinosa che, cuocendo, produce una crettatura su tutta la superficie. La realizzazione di queste opere, i Cretti appunto, richiede dei tempi lunghi e una grande attenzione nel fissare l’immagine. Il risultato finale infatti è ottenuto variando il dosaggio del collante acrovinilico, calibrando gli spessori della materia (creta, caolino, bianco di zinco) distesa sul supporto, controllando i tempi di asciugatura in modo da provocare variazioni dimensionali della trama e maggiore profondità della stessa. Nel 1976, Burri realizza un monumentale Grande Cretto Nero per il Franklin D. Murphy Sculpture Garden alla University of California Los Angeles. Il secondo Grande Cretto è quello realizzato per il Museo di Capodimonte a Napoli. Nel 1981 nasce il progetto di fare dell’antica Gibellina, distrutta da un terremoto, un unico e monumentale Cretto rettangolare, di circa 300x400 metri, che ricopre parte delle rovine, intervenendo concretamente nell'architettura del paesaggio. I lavori, iniziati nell'agosto 1985, sono terminati nel 1989. L'ultimo grande cretto in ceramica, Nero e Oro, è presentato al Museo internazionale della ceramica di Faenza nel 1993.
La collezione Burri (fondazione Albizzini) è sistemata in due sedi: a Palazzo Albizzini e nell'ex seccatoio del Tabacco. In questi due luoghi sono raccolte 257 opere donate dal maestro Alberto Burri che qui era nato nel 1915.
Recentemente la collezione ha avuto un importante riconoscimento normativo. Nei locali della Fondazione (che organizza spesso conferenze ed altre inziative) sono sistemate anche una biblioteca ed una fototeca.
La Fondazione Palazzo Albizzini "Collezione Burri" nasce nel 1978 per volontà dello stesso Alberto Burri che, con una prima donazione, la dotava di trentadue opere. E' composta da membri del Comune di Città di Castello, della Cassa di Risparmio di Città di Castello, dell'Associazione per la Tutela dei Monumenti dell'Alta Valle del Tevere e dell'Università "La Sapienza" di Roma. E' stata riconosciuta con decreto del Presidente della Giunta Regionale dell'Umbria e ha assunto la denominazione dall'edificio che la ospita.
Presso la Fondazione sono allestite: la biblioteca, ricca di materiale relativo all'arte moderna e contemporanea (consultabile su preventiva richiesta scritta da parte di studenti e studiosi), la fototeca, che raccoglie tutta la documentazione riguardante l'opera di Alberto Burri e l'archivio, che conserva un'esauriente bibliografia sull'artista.
La Fondazione organizza periodicamente conferenze di arte antica, moderna e contemporanea, convegni di aggiornamento sull'arte contemporanea in collaborazione con autorevoli istituzioni parallele, nazionali ed internazionali, collabora direttamente e indirettamente alla pubblicazione di cataloghi di mostre delle opere dell'artista, cura la pubblicazione dei cataloghi e dei dépliant della Collezione. Ha redatto il volume "Burri - Contributi al Catalogo Sistematico" (1990).
Ex Seccatoi del Tabacco
Sitografia essenziale di riferimento
martedì 13 gennaio 2009
HIROSHIGEIL MAESTRO DELLA NATURA
MYSTERIUM CONIUNCTIONIS & Visioni da Madmountain
MYSTERIUM CONIUNCTIONIS & Visioni da Madmountain
1973-1984
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA, ROMA
In concomitanza con il Festival delle Scienze 2009, dal tema ‘L’Universo’, nell’Anno Mondiale dell’Astronomia, il 15 gennaio si inaugura in AuditoriumArte il progetto espositivo di Luca Maria Patella “Mysterium Coniunctionis & Visioni da Madmountain”.
Costruita su un nucleo centrale di 17 opere, l’installazione ambientale organizzata in collaborazione con la Fondazione Morra di Napoli e la Fondazione Musica per Roma, si amplierà con altri lavori pensati ad hoc per l’occasione e lo spazio espositivo in Auditorium.
Il Mysterium Coniunctionis è un’opera, o meglio un opus, al quale l’artista ha lavorato per vari anni (il primo inizio risale al 1973: e la conclusione (?) è del 1984) che implica la ricostruzione di rappresentazioni astronomiche e mito celesti, realizzate dal cosmografo della Serenissima Repubblica di Venezia, M. V. Coronelli, per il re Sole, nel 1693, e dedicate all’anno futuro 1700. L’intervento di Patella non è però volto alla costituzione del tradizionale globo celeste, ma propone due grandi Cupole Stellari rovesciate, o Coppe aperte dei Cieli; e anche due grandi Tele, con le rose degli Emisferi Celesti. Il tutto relazionato con i Cieli aperti, ideati dal padre Luigi Patella, cosmologo umanista.
Su due ‘Colonne gemelle’ sono disposti i due Vasa physio-nomica (il rapporto tra ‘phisys’e ‘nomos’: natura, pulsione, inconscio; e norma, cultura, coscienza): un esame attento dello stagliarsi di questi vasi classici, contro il fondo bianco del muro, o anche l’osservazione delle rispettive ombre, farà scoprire, con sorpresa, che essi sono esattamente ricavati - al tornio – dai profili fisiognomici di Luca e Rosa, la compagna dell’artista. Altri elementi completano l’insieme, quali: gli azzurri Cieli fosforescenti in cui, al buio, brillano gli astri, liberati dai legami delle Costellazioni. Il piccolo Sacellum del Tempus / Templum, che, nelle sue antine di legno, rinchiude ed apre la totalità di un altro cielo secentesco, nonché un ‘rotundum aureum’ ed alcune ‘parole cosmiche’ (con – sider- are = osservare attentamente gli astri; dis – astro; con - sol – azione, etc.). O i Bastoni tortili, che si avvitano e legano l’alto al basso, con i colori delle funzioni psicologiche.
Il Misterium Coniunctionis propone una “lettura dei Miti scritti nella profondità onirica dei Cieli, e una circolazione fra di essi”, concepita come un viaggio proiettivo nelle sfere psicologiche personale e archetipica: come un’opus ambientale in cui la dimensione immaginaria, di creatività traboccante dialettizza con la parallela formazione scientifica e psicanalitica dell’artista, nella profonda convinzione come lui stesso scrive, che “la via oggi aperta alla ricerca e all’arte sia quella di un’autentica compromissione concreta e globale, fatta di scontri, incontri, sconfinamenti, sul piano creativo, sul piano etico e su quello delle semiologie”.
Molti anni dopo un tour nei Musei di capitali europee, Londra, Bruxelles, Mannheim, Vienna e Humlebaek nell’ambito della grande mostra ‘L’Art et le Temps (regarde sur la quatrième dimension)’ del 1984 a cura di M. Baudson, il Mysterium Coniunctionis viene ora presentato finalmente anche a Roma, all’Auditorium, in occasione del Festival delle Scienze 2009.
Mostra a cura di Anna Cestelli Guidi
dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 21;
sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 21
ingresso libero
lunedì 12 gennaio 2009
L'ARTE DELLA COMMEDIA
con
Stefano Altieri, Renato Scarpa, Carlo Lizzani,
Massimiliano Franciosa, Roberto Della Casa, Annalisa Favetti,
Riccardo Cascadan, Michele Lella, Ludovica Rosenfeld
scene Alessandro Chiti costumi Isabella Rizza musiche Pino Cangialosi
regia Stefano Messina
Il povero capocomico di una compagnia di attori girovaghi rimasto senza il suo capannone itinerante in seguito ad un incendio, chiede aiuto al Prefetto della città dove è rimasto bloccato. Dalla discussione dei due protagonisti, segnata da violenti contrasti e divergenti visioni, scaturisce una riflessione sul teatro e sulla sua funzione nella società, sull’impegno dello stato a favore dell’arte e sulla condizione degli attori. Ma il dialogo tra arte e potere sembra essere un dialogo tra sordi.
Un tema attualissimo e scottante perché, come dice Eduardo, “il problema del teatro non riguarda solo chi lo fa, riguarda tutti indistintamente”.
Una commedia che con divertimento e una vena di pessimismo, ci suggerisce che solo guardando da quel” buco della serratura” che è il palcoscenico, dove la poesia riscatta la realtà, si possono capire le miserie e le sofferenze umane.
Un atto di fede assoluta nel teatro e soprattutto una denuncia della scarsa considerazione di cui il teatro stesso è oggetto da parte del potere costituito.