lunedì 22 dicembre 2008

TANTI AUGURI!

martedì 16 dicembre 2008

NATALE A VIA METASTASIO 15

La Galleria d’Arte Contemporanea Via Metastasio 15 presenta per il mese di dicembre una mostra piena di vivacità e colore, la personale dell’artista Luigi Recchi.

Immergersi nel linguaggio di Recchi è un’esperienza carica di emozione che sorprende per la forza e l’immediatezza di un codice fatto di semplicità espressiva ed energia cromatica.

L’artista espone in Galleria una serie di lavori che raccolgono testimonianze di una ricerca che spazia dalle opere liriche con l’omaggio a Tosca, agli Alfabeti fluttuanti, ai Solitari ai Fiori rossi.

I quadri di Luigi Recchi parlano un linguaggio semplice, istintivo che cattura con forza la mente e lo spirito dell’osservatore sia per l’energia dei colori vivi e brillanti, sia per le infinite suggestioni di simboli semplici e quotidiani. La vivacità prorompente del cuore rosso di Tosca, le trame gialle, verdi e azzurre che richiamano i tessuti dell’India di Brindisi blu, i piccoli segni geometrici, i numeri, i simboli, ricomposti in un tappeto di cifre indefinito della serie Solitario, sono solo alcuni esempi dell’opera del maestro la cui caratteristica costante è sicuramente la grande forza espressiva.

Vengono inoltre presentati il quadro Pensieri e un piccolo esemplare di Alfabeti fluttuanti, suggerimenti indefiniti di un mondo incantato.

Via Metastasio 15 dedica inoltre proprio nel mese di dicembre, uno spazio particolare all’artigianato e alle arti applicate.

In Galleria sono sempre presenti i gioielli di Bianca Alfonsi, orafa da quattro generazioni figlia del maestro Germano, i libri d’arte e archeologia della famosa casa editrice l’ERMA di Bretschneider, le creme a base naturale della linea Aqvadei oltre al nuovissimo sapone d’oro e al profumo via metastasio 15 a cui si aggiungono creazioni in ceramica e particolari Cesti d’Autore interamente realizzati a mano.

Un proposta nuova per regalare l’arte a Natale in tutte le sue forme d’espressione: dalla pittura, alla scultura, all’artigianato… all’arte del gusto e della bellezza.

Giorgia Simoncelli

venerdì 12 dicembre 2008

AS IS Arte Israeliana Contemporanea

Nell’ambito delle iniziative programmate in occasione del 60° Anniversario dello Stato di Israele, dal 16 dicembre 2008 al 31 gennaio 2009 presso il Complesso del Vittoriano sarà ospitata la mostra “As Is: Arte Israeliana Contemporanea”, un collage delle forme artistiche contemporanee israeliane attraverso 57 opere realizzate con le tecniche più diverse – pittura, scultura, fotografia, video e performance – realizzate da 20 artisti. L’esposizione, promossa dall’Associazione Culturale ISRAELE60 e a cura di Ruth Cats, racconta la quotidianità di Israele e, allo stesso tempo, la sua complessità e peculiarità culturale evidenziando il fondamentale dialogo tra l’arte e alcune tematiche sociali, culturali e politiche: la rinascita ebraica dopo l’olocausto, gli aspetti religiosi e secolari della vita, la guerra, il terrorismo, le tradizioni e il sentimento patriottico.

Il 2008 dunque, anno in cui si celebra il 60° Anniversario dello Stato di Israele, invoca un’analisi e una ricerca del significato essenziale di ciò che gli israeliani riconoscono come proprio, come se facesse parte del loro dna. Quali sono le caratteristiche che costituiscono una “persona israeliana”, l’“identità israeliana”, il “paesaggio israeliano”, i “tratti israeliani”? “As Is: Arte Israeliana Contemporanea” tenta di decifrare questo codice mettendo in luce quegli aspetti che fanno trapelare con maggiore evidenza gli aspetti unici e caratteristici della cultura e del modo di vita israeliani.

martedì 2 dicembre 2008

DE CHIRICO E IL MUSEO

A trent’anni dalla morte Roma ricorda De Chirico (Volos, 1888 – Roma, 1978) in una retrospettiva che lo vuole celebrare nel suo rapporto con l’arte del passato, un museo immaginario, come il titolo stesso preannuncia, di tutte le opere che l’artista aveva voluto tenere con sé. Cento opere tra disegni e dipinti ed un’unica grande scultura, un itinerario suddiviso in sezioni tematiche.

Mitologia e archeologia
Il rapporto con il mondo antico, soprattutto greco, è molto radicato nell’opera di De Chirico. Egli, infatti, originario di Vòlos, capitale della Tessaglia, sente viva dentro di sé la profonda identità classica, confermata peraltro nelle sue opere. Recuperare il mito è per lui riscoprirne l’essenza e creare nuovi miti. I personaggi mitologici ci trasportano in una dimensione “metafisica”. Il mito decontestualizzato si carica di significati nuovi. Le figure mitologiche, testimonianza dell’irrazionale e della contingenza, si manifestano nell’opera d’arte come trasfigurazioni create dal genio artistico. Nei quadri di De Chirico i miti sono rappresentati nelle loro forme attribuite dalla tradizione, nella loro staticità iconografica, che però si arricchisce di dinamismi inconsueti, tesi a rappresentare il mito come un elemento comune del quotidiano. Come nel Centauro con amorino (1968-olio su tela), nel quale De Chirico fa rivivere con grande dinamismo la manifestazione della figura mitologica.

Sezione Neometafisica
Si riferisce alla produzione degli anni sessanta e settanta che riprende i temi della metafisica precedentemente affrontati. Ripetizione di temi e soggetti già rappresentati. Legandosi con il tema dell’antico(eterno?) ritorno di Nietzsche. Stando alla teoria del filosofo, infatti, “in un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte”. Temi passati, dunque, che però risultano sempre originali, dipinti secondo un nuovo “studio del disegno”. Così, nel bockliniano Ritorno al castello (1969-olio su tela), De Chirico risalta la figura del cavaliere con un gioco di contrasti sconvolgente, regalando allo spettatore un disegno che, incuriosisce, coinvolge, affascina.

Copie da Antichi Maestri
A differenza delle avanguardie De Chirico guarda al passato e ritiene che il nuovo può essere espresso con un’icona antica. Preannuncia un ritorno al mestiere, alla bella pittura che permette di entrare in senso evocativo nelle cose. La copia e l’imitazione sono la grammatica della pittura: copiare significa studiare un linguaggio o una forma. Dalla copia perfetta passa al d’aprés alla citazione occulta. Nei numerosi dialoghi con il passato, con l’originale illustre, troviamo dipinti eseguiti alla maniera dei grandi artisti, cercando di rapire con fugace intuizione l’arte e la tecnica del disegno. Tentando di catturare l’essenza del modello con una imitazione intesa come vera e propria esperienza del museo. Attraverso l’arte dei grandi maestri del Rinascimento, recuperare la limpidezza del colore e la tecnica per la quale i volumi acquistano precisione e luminosità. Raffaello dunque, Tiziano e Michelangelo, del quale si sforza di eguagliare la tecnica con la Copia del Tondo Doni (1975-olio su tela-abbozzo).

La Grande Pittura
Verso gli anni Trenta De Chirico evolve verso il classicismo di Renoir con l’esaltazione dei gialli e dei rossi. Prevale in questa sezione l’interesse sia per la pittura classica che per il teatro negli autoritratti in costume. La tecnica del maestro in questi anni cambia, caratterizzandosi di pennellate ondulate e veloci. Anche lo studio del colore muta attraverso l’acquisizione di nuove, sperimentali tecniche, come quella dell’olio emplastico, una composizione di elementi emulsionanti nella quale il colore è solo il pigmento colorante. L’artista sembra abbandonare momentaneamente i nitidi tratti rinascimentali, preferendo piuttosto la tecnica fiamminga, attraverso al quale i colori acquistano solidità, risaltando per la loro matericità. I toni diventano densi, brillanti, come nell’ Autoritratto in costume del Seicento ( 1947-olio su tela).

Sezione Rubens
Qualità della materia pittorica, potenza del segno e forte impatto visivo fanno di Rubens il tema prediletto di de Chirico dopo gli anni trenta. Dopo un breve viaggio in America, De Chirico sceglie Rubens e la pittura del Seicento come nuovo punto di riferimento. Rubens come studio, modello e citazione. Il bozzetto acquista parità di importanza rispetto all’opera d’arte: un quadro altro non è che la copia accurata di un disegno, con l’ausilio del colore. Il valore di un artista non consiste in quello che fa ma in come lo fa. E’ l’inizio del periodo cosiddetto barocco, in cui De Chirico esprime apertamente la sua contrarietà all’arte Contemporanea, prediligendo un perfezionamento della ricerca tecnica e stilistica attraverso la pittura barocca.

Sezione Disegni di Studio
Il disegno e l’imitazione della pittura antica ci permettono di penetrare il segreto della pittura. Anche i titoli richiamano l’antico o i maestri del passato. In altri casi il riferimento è meno esplicito ma comunque presente. Alcuni sono disegni preparatori, altri opere finite. In questa sezione, studi e schizzi veloci tradiscono l’importanza che De Chirico attribuiva al disegno, inteso come mestiere antico e dimenticato. Un ritorno, ancora una volta, al passato, ma in chiave tecnica e quasi accademica. Gli studi sono in definitiva le sincopi dell’opera, le pratiche che permettono di penetrare il segreto più intimo della tecnica pittorica.
Una mostra dedicata a De Chirico, il pictor optimus del linguaggio metafisico, non poteva certamente articolarsi in qualità di mero allestimento storico o antologico. Essa, organizzata in sezioni, sembra piuttosto percorrere il complesso iter artistico del pittore, il quale dà forma al suo linguaggio attraverso una grammatica ricca ed ispirata. Il rapporto tra De Chirico e il museo è stretto, intriso di intuizione e caratterizzato dalla capacità di interpretare l’opera non come semplice immagine pittorica, ma come principio di una nuova visione rivelatrice. De Chirico è il pittore dei misteri, dell’antico, del mito; egli è il massimo cantore di un mondo, quello metafisico, affascinante, inquietante, straordinario.
Angela Angelillo

lunedì 1 dicembre 2008

LAWRENCE WEINER

Gagosian Gallery è lieta di presentare una mostra di Lawrence Weiner, la prima mostra monografica dell’artista a Roma in oltre dieci anni e la prima con la galleria.

Pioneristico artista concettuale degli anni ’60, Weiner è stato tra i primi a smaterializzare l’oggetto artistico in puro linguaggio. Attraverso caratteri di stampa eleganti ma funzionali e con monocromi d’effetto, siano essi stencil, dipinti, stampati o installati a rilievo, l’artista compone proposizioni scultoree in testi che descrivono processi, materia, relazioni. Traducendo il processo artistico in parole, Weiner comunica il senso di ogni opera senza definire nessuna delle sue qualità fisiche, rendendo così l‘opera universalmente oggettiva, accessibile, fruibile per lo spettatore. Rivolta alla circolazione di idee e significati, una singola affermazione può essere illimitatamente adattata ad una miriade di forme, dalla pittura alla pietra fino al testo di una canzone.

A Roma Weiner sviluppa un’installazione site specific per lo spazio ovale della galleria che comprende due installazioni murali di grande formato, una serie di sette disegni su carta ed un’opera a tecnica mista, anch’essa su carta. Il progetto si ispira alla storia mitologica di Roma, passata e presente, con riferimenti ai sette colli su cui e’ stata costruita la citta’ ed alla famosa tradizione romana di esprimere un desiderio lanciando una moneta nella Fontana di Trevi. Weiner utilizza prevalentemente la lingua inglese, ma qui include frasi latine divenute parte di un gergo condiviso, come il titolo della mostra “Quid Pro Quo” che indica uno scambio più o meno equo di beni o servizi.

Lawrence Weiner è nato nel Bronx nel 1942. Oltre ai primi film e video sperimentali, Weiner ha realizzato libri d’artista ed opere effimere, nonchè numerosi progetti su larga scala di arte pubblica per le città di Vancouver, Vienna, Eindhoven, New York. Tra le importanti mostre recentemente realizzate si contano quelle del Deutsche Guggenheim, Berlino (2000), del Museo Tamayo Arte Contemporaneo, Città del Messico (2004), della Tate Gallery, Londra (2006). Nel 2007 il Whitney Museum, in collaborazione con il MOCA di Los Angeles, ha organizzato la prima grande retrospettiva del lavoro di Weiner attualmente in mostra al K21 Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen Museum, Dusseldorf, fino a gennaio 2009. L’artista vive e lavora tra New York ed Amsterdam.

La mostra sara' accompagnata da un catalogo con un saggio di Kira van Lil.