lunedì 23 marzo 2009

I Sabini popolo d’Italia

“I Sabini popolo d’Italia. Dalla storia al mito”: dal 20 marzo al 26 aprile 2009 il Complesso del Vittoriano ospita una grande mostra di carattere storico, artistico e archeologico che vuole raccontare le vicende dell’antico popolo dei Sabini e la fortuna del loro mito attraverso i secoli. Promossa dalla Provincia di Rieti con il sostegno della Regione Lazio e della Provincia di Roma, l’esposizione, che nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Comune di Rieti, sarà inaugurata giovedì 19 marzo alle 18.30 presso il Complesso del Vittoriano.La mostra presenta per la prima volta insieme, l’antico popolo e il suo mito, le tracce della sua esistenza e quelle lasciate nell’immaginario collettivo a comporre un quadro suggestivo che attraversa millenni di storia e di arte. Oltre 120 le opere esposte tra reperti archeologici, antiche carte geografiche, codici, manoscritti, miniature disegni, olii su tela e sculture che indagano per la prima volta la fortuna del celeberrimo episodio del Ratto delle Sabine nell’arte dall’epoca dei Romani, attraverso il Medioevo, il Rinascimento, il Barocco, il Neoclassicismo fino alle testimonianze dell’arte contemporanea.L’esposizione si avvale della cura scientifica di Maria Carla Spadoni per la sezione storica, di Giovanna Alvino per la sezione archeologica, di Maria Grazia Bernardini per la sezione dedicata al mito dei Sabini nell’arte, di Alessandro Cosma e Roberta Cerone per la sezione sui Sabini tra letteratura, musica e cinema.La direzione e il coordinamento generale della mostra sono di Alessandro Nicosia.

La mostra
I Sabini sono un’antica popolazione italica insediatasi, a partire dal X-IX secolo a. C., dapprima nella conca reatina e poi in un territorio assai esteso tra Umbria e Lazio, delimitato a nord dal fiume Nera e a sud dal corso dell’Aniene. La loro importanza storica, di cui oggi forniscono un’idea gli eccezionali manufatti riportati alla luce dalle campagne archeologiche, è sottolineata dalle fonti latine - Varrone e Tito Livio tra tutti – che ne descrivono l’incontro con i Romani e il ruolo nella fondazione della città di Roma. Saranno proprio le vicende legate a quest’ultimo episodio, che sconfinano e si confondono nella leggenda, ad alimentare il mito dei Sabini e a consegnarlo alla storia e, soprattutto, all’arte che ne ha tratto infinita ispirazione dall’antichità ad oggi.

La mostra è divisa in quattro sezioni.- I Sabini popolo d’ItaliaLa prima sezione, curata da Maria Carla Spadoni, docente di Epigrafia Latina presso l’Università di Perugia, presenta un inquadramento storico che chiarisce le origini e le vicende del popolo dei Sabini anche attraverso una serie di antiche carte della sabina storica ed un contributo video che darà all’inizio del percorso la linea guida dell’intero itinerario.

I Sabini nell’antichità
La seconda sezione, a cura di Giovanna Alvino, funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, introduce alla civiltà dei Sabini attraverso alcuni manufatti rinvenuti nei principali siti archeologici della provincia di Rieti: l’abitato di Cures, le necropoli del Giglio (Magliano Sabina), di Colle del Forno (Montelibretti), di Poggio Sommavilla e di Saletta Amatrice. Saranno esposti oggetti di raffinata fattura, destinati all’ornamento personale o all’ostentazione del potere religioso e politico. Accanto ad un rarissimo lituo, strumento utilizzato dai re-sacerdoti sabini per fare le previsioni basandosi sul volo degli uccelli, si potranno ammirare i corredi funerari di personaggi di alto lignaggio, come il corredo del principe della necropoli di Colle dal Forno, o il trono del cosiddetto re di Eretum.

Il Mito nell’Arte
La terza sezione della mostra, curata da Maria Grazia Bernardini, funzionario della Soprintendenza speciale per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma, analizza invece la straordinaria fortuna del mito dei Sabini e, in particolare, del celebre episodio del Ratto. L’arte di tutti i tempi, infatti, ha scelto di rappresentare questo episodio modificandone di volta in volta le valenze per adattarle ai diversi contesti storici e culturali. Nel corso della mostra si ripercorre quindi la genesi del tema nell’arte classica, la sua continuità in epoca medievale e la sua fortuna in epoca rinascimentale e nel corso del XVII e del XVIII secolo. Tra la selezione di opere d’arte presenti, scelte nelle differenti epoche in modo da testimoniare la continuità del mito nella storia ma anche i suoi differenti utilizzi, si annoverano preziose miniature medievali e opere celeberrime di Sodoma, Giambologna, Poussin, Luca Giordano, Tiepolo fino alle più recenti riflessioni di grandi artisti del Novecento come Arturo Martini, Primo Conti e Franco Gentilini.

Il Ratto delle Sabine dalla letteratura al cinema
La quarta e ultima sezione espositiva, curata da Alessandro Cosma e Roberta Cerone, storici dell’arte, è dedicata alla ripresa del mito del Ratto delle Sabine nel teatro, nella letteratura e nel cinema. Il leggendario episodio è stato infatti fonte di ispirazione per numerosi drammi musicali rappresentati nel corso del XVII e XVIII secolo, dall’adattamento di Giacomo Francesco Bussani al celebre Romolo ed Ersilia di Metastasio. Ma il Ratto delle Sabine si è prestato anche ad innumerevoli riletture poetiche in dialetto romanesco che, tra Ottocento e Novecento, da Trilussa a Mario dell’Arco, ne offrono una versione ironica ed attualizzata. Allo stesso tempo, nella seconda metà del XX secolo, anche il cinema non ha mancato di trarre ispirazione dal celebre episodio. Riprese esplicite, come nel caso di Mario Bonnard, con protagonista Totò (1945), e di Richard Pottier (1961), si alternano così alle suggestioni del racconto mitologico in Sette spose per sette fratelli di Stanley Donen (1954) e in Sotto il segno dello scorpione dei fratelli Taviani (1969).In mostra, Michele Placido in un filmato introduttivo racconterà il mito dei Sabini attraverso curiosità, aneddoti, racconti.

martedì 3 marzo 2009

FABULA “In Defence of African children”

Musei di San Salvatore in Lauro
Piazza San Salvatore in Lauro, 15 - 00186 Roma
27 Febbraio – 22 Marzo

Inaugurazione venerdì 27 febbraio ore 19,30

Le opere di 42 artisti verranno messe all’asta la sera di venerdì 27 febbraio per finanziare quattro scuole in tre Paesi africani, l’Angola, la Sierra Leone e il Madagascar. Nell’occasione verranno anche premiati i migliori disegni che bambini italiani e bambini del Continente hanno realizzato per illustrare le loro favole tradizionali.

L’importanza della tradizione di un popolo per la comprensione della sua storia, della sua costante crescita culturale e del suo sviluppo socio-politico vedono infatti nello studio dei racconti, delle favole e delle fiabe uno strumento privilegiato.

La mostra-evento FABULA “In Defence of African children” è organizzata dalla Galleria d’Arte Contemporanea Via Metastasio 15 e da Alberto Michelini, già Rappresentante Personale del Presidente del Consiglio per il G8-Africa, per proporre una inedita riflessione sulla cultura italiana, in particolare romana, in relazione alla cultura della civiltà africana, grazie a una raccolta di testi tratti dalle opere di Fedro, di Italo Calvino e a una selezione di racconti africani.

Il progetto ha anche la finalità di innescare una nuova possibilità di scambio culturale e di sensibilizzazione sociale utilizzando le favole, che diventano il cuore di un catalogo-libro, arricchito dai disegni dei bambini e dalle opere di grandi artisti, in cui cultura italiana e cultura africana si trovano equamente rappresentate in un chiaro messaggio di interscambio e rispetto culturale.
La mostra ha inoltre lo scopo di garantire uno strumento per il sostegno della formazione dei bambini in Africa, la fascia più debole della popolazione spesso abbandonata al suo destino. Con la prima edizione del progetto l’interesse è stato rivolto alle comunità di tre Stati africani, l’Angola, il Madagascar e il Sierra Leone, per intervenire con un supporto concreto alle necessità primarie di tanti bambini giornalmente esposti alle difficili condizioni di vita del loro paese natale. I fondi ottenuti dalla mostra sono a sostegno del progetto UNICEF per costruire una scuola nella capitale dell’Angola, Luanda, e a sostegno di tre scuole situate in Mbanza Congo nell’Angola del nord, negli Stati del Madagascar e della Sierra Leone.

Gli istituti che hanno partecipato dall’Africa alla prima edizione di Fabula inviando i disegni dei bambini sono la scuola Help for Life, villaggio Matuku (Sierra Leone), la scuola La Maison D’Aïna (Madagascar) e la scuola Scuola Rev.do Frei Pedro Tosato Capuchinos, Luanda (Angola).

All’iniziativa, organizzata da Bianca Alfonsi, Alessia Montani, Giorgia Simoncelli e da Alberto Michelini, si è unito il generoso entusiasmo del Presidente Unicef Italia Vincenzo Spadafora, del Sotto Segretario ai Beni Culturali, Francesco Giro, del Soprintendente speciale per il Polo Museale Romano Claudio Strinati, della Consigliera per le Relazioni Esterne del Sindaco di Roma Valeria Mangani, dell’on Mario Baccini Presidente della Fondazione Foedus, del giornalista Costanzo Costantini, del Presidente dell’Istituto Nazionale per il Commercio Estero Umberto Vattani, del prof. Adolfo Panfili, della direttrice dell’UNIDO ITPO Italy Diana Battaggia nonché di Roberto E. Wirth, Anna Fendi, Santo Versace e Laura Gucci.

Come rappresentanti dei Paesi africani che il progetto FABULA “In Defence of African Children” sostiene nella sua prima edizione, l’ambasciatore dell’Angola, Manuel Pedro Pacavira e l’ ambasciatore del Madagascar, Jean Pierre Razafy-Andriamihaigo.

Forte e solidale è stata la risposta del mondo dell’arte: Mario Ceroli, Sandro Chia, Franco Ciuti, Emilio Farina, Emilio Greco, Piero Guccione, Alessandro Kokocinski, Graziano Marini, Vincenzo Marsiglia, Umberto Mastroianni, Igor Mitoraj, Sante Monachesi, Mimmo Nobile, Mimmo Paladino, Arnaldo Pomodoro, Oliviero Rainaldi, Lithian Ricci, Eugenio Sgaravatti, Armando Tanzini e Natalia Tsarkova sono presenti con una loro opera donata per l’asta benefica del 27 febbraio.

A questi si aggiungono nuovi nomi dell’arte contemporanea come Angeladellaluna, Brunello, Peppe Butera, Andrea Cadenelli, Nado Canuti, Natino Chirico, Alessio Deli, Luigi de’ Navasques, Julieta Ferrero, Sidival Fila, Silvana Galeone, Alexei Kyrilloff, Francesca Leone, Chicco Margaroli, Marcello Maugeri, Matteo Montani, Zaira Piazza, Francesca Romana Pinzari, Luigi Recchi, Fabiana Roscioli, Stefano Francis Spelar e Gianni Villa.

Il catalogo-libro delle favole della prima edizione del progetto FABULA “In Defence of African Children” è edito dalla Casa Editrice Il Cigno di Lorenzo Zichichi

Sabrina Carletti

Mercoledì 11 marzo 2009, alle ore 18.00, il locale Rust in via del Teatro Pace, inaugura la mostra personale di Sabrina Carletti Strutture, un evento in collaborazione con l'Associazione Culturale Studio OR. Verranno presentate per l'occasione sette tele di grandi e piccole dimensioni dell'artista romana. Sabrina Carletti usa il colore come materia, impasto oleoso e bituminoso. Sedimenti e diluizioni si intersecano e si addossano, segnano i profili ed annullano i volumi, assorbono ogni prospettiva e profondità quasi a governare con la loro viscosa tenacia ogni sensazione di visuale realtà. Sabrina Carletti rappresenta la realtà metropolitana a modo suo, trascritta con un segno inquieto e pulsante. Sono le forme indefinite, perse, travasate di città, paesaggi, luoghi di momenti importanti che rendono unici i suoi quadri. La sua tecnica innovativa e sorprendente è il primo aspetto di una visione d'artista particolare. Così nascono le "città" sommerse da un mare profondo e opaco, blu scuro e limpido, che quasi ci rendono partecipi di un "viaggio" tra un presente ed un passato che insistentemente si ripropone, non negabile non invisibile, ma continua richiesta risposta alla domanda che vuole sapere il perché. (Roberto Fiore) "Il bitume è materia e, al contempo, segno. Corpo e scrittura che rinviano immediatamente alla produzione grafica dell'artista. Non si coglie fino in fondo il carattere della sua pittura se non si considera la sua grande passione per le tecniche incisorie" (Idra Mitrano) Sabrina Carletti vive e lavora a Roma. Ha al suo attivo diverse esposizioni collettive ed è stata selezionata a diverse Biennali e Rassegne di Incisione, in Italia e all'estero. Nel 2008 presenta nella sua prima personale a Roma le incisioni e i dipinti degli ultimi due anni di lavoro. Vince nel 2007 la V Estemporanea di Incisione del Comune di Formello e nel 2008 riceve il Terzo premio (Centro per l'Incisione e la Grafica d'Arte, Formello). Oggi le sue opere sono presenti in diverse raccolte pubbliche e private. Sito nel cuore di Roma, a pochi passi da Piazza Navona, Rust è il risultato tangibile di un insieme di sinergie: architettura, arredamento di design e arte culinaria si fondono per creare un'atmosfera semplice ma allo stesso tempo sofisticata e trendy. Rust è un locale di ultima generazione dove si può gustare una buona cucina italiana.
RustVia del Teatro Pace, 34-37 - 00187 RomaChiuso il martedì Tel +39 06 68801145www.rust-roma.it -info@rust-roma.it

SACRO E BELLEZZA DELL'ETIOPIA CRISTIANA - "Nigra sum sed formosa"

Per la prima volta in Italiauna grande, innovativa mostra sull'Etiopia cristiana con materiali in gran parte inediti
E' la prima grande mostra che l'Italia dedichi all'arte più che millenaria dell'Etiopia. Ad ospitarla non poteva che essere Venezia che già nel '400 instaurò con il regno che dominava il Corno d'Africa legami economici, religiosi e culturali molto stretti. Tanto da inviare laggiù, su richiesta del non più mitico "Prete Gianni", propri pittori la cui attività avrebbe poi influenzato per secoli l'espressione artistica di quelle terre.
Fondamentale nella realizzazione dell'iniziativa il ruolo di collegamento tra i vari soggetti coinvolti e il supporto progettuale fornito all'Università Ca' Foscari e alla Regione Veneto da parte di un'azienda di credito, Banca Popolare FriulAdria, che ha inteso in questo modo connotare con un grande evento culturale il progetto di rafforzamento della propria presenza in territorio veneto.
Curatori della mostra, che verrà allestita dal 13 marzo al 10 maggio nella sede espositiva dell'Università Ca' Foscari lungo il Canal Grande, sono Giuseppe Barbieri, Gianfranco Fiaccadori e Mario Di Salvo, coadiuvati da un ampio comitato scientifico internazionale.
Il titolo della mostra "Nigra sum sed formosa" rinvia al celebre versetto del Cantico dei Cantici interpretato in relazione alla regina di Saba. E' stato scelto per ricordare l'antichità dell'esperienza religiosa biblica e cristiana in terra etiopica. Qui sussiste ancora oggi una sorta di chiesa delle Origini, degli Apostoli, che ha saputo conservare, nei riti e nelle rappresentazioni artistiche, lo spirito della prima età evangelica. Un unicum cui non è estraneo il fatto che l'Etiopia cristiana sia venuta rapidamente a trovarsi circondata da popoli islamici. Il forte radicamento di una tradizione cristiana nell'impero del Leone coincise dunque con l'affermazione di una identità etnica, linguistica e culturale, che in buona misura, pur attraverso molte fasi critiche, è giunta sino a noi.
Venezia è stata, almeno già dall'epoca del grande re Zar'a Yâ'qob (1434-68), uno dei partner più significativi, tra gli stati europei, dell'impero etiope, a ribadire così la sua funzione di porta di collegamento tra Oriente e Occidente. Questo elemento segna l'assoluta pertinenza della città di San Marco, che è sede di uno dei più importanti e antichi patriarcati d'Occidente, come luogo e scenario della mostra.
L'esposizione si presenta come un organico e affascinante "racconto", imperniato su riconoscibili personaggi: la Regina di Saba; il Re Lâlibalâ (sec. XII-XIII), da cui prende nome la città santa costruita sulle montagne del Lasta, la "Nuova Gerusalemme" a beneficio dei pellegrini Etiopi, impediti a recarsi in Terra Santa dalla presenza islamica, al modo in cui nell'Europa medievale si realizzavano le varie copie del Santo Sepolcro; il re Zar'a Yâ'qob, sotto di cui, nel XV secolo, il Paese si aprì decisamente alle presenze occidentali; il pittore veneziano Nicolò Brancaleon, detto Marqorêwos (Mercurio), documentato alla corte dei re Eskender e Lebna Dengel fra XV e XVI secolo.
A Ca' Foscari saranno in mostra materiali di straordinaria importanza storica ed artistica, testimonianze preziose e per la più parte inedite: icone, croci, rotoli magici, codici miniati, incisioni, capolavori cartografici, come il Mappamondo di Fra Mauro, rari libri di modelli. A concederle, spesso per la prima volta, sono raccolte private e pubblici musei, nazionali e internazionali. Ad affiancare questi eccezionali reperti originali numerosi contributi a visualizzazione multimediale (musiche, filmati, fotografie opportunamente trattate...) della civiltà religiosa e della grandezza estetica dell'impero del Leone.Suggestione e rigorosa documentazione saranno, quindi, le cifre di questa affascinante mostra.
Ad accompagnare i visitatori nelle diverse sezioni sarà il prof. Stanislaw Chojnacki, patriarca degli studi moderni sull'arte etiopica. Sarà uno dei molti interventi di multimedialità messi a punto da Ca' Foscari. Così come a un gruppo di lavoro interno, quello affidato al professor Augusto Celentano, si deve un prototipo fortemente innovativo di guida multimediale mobile, realizzata in ambiente iPod. In questo modo la mostra diventa un prestigioso laboratorio per gli studenti dell'Ateneo, impegnati a declinare anche nelle più innovative forme dell'edutainment un itinerario denso di reperti e temi di rara suggestione.
Questa importante componente multimediale è messa a servizio della comprensione e della contestualizzazione delle meraviglie originali proposte dall'esposizione. Consentendo di entrare fin dentro lo spazio e lo spirito di monumenti, luoghi e di cerimonie sacre che hanno contribuito a tenere vivissimo un credo bimillenario in terra d'Africa.

A Ravenna torna la Borsa delle 100 città d’arte d’Italia

Oltre quattromila metri quadri di estensione, 200 espositori, 103 tour operator della domanda da 26 paesi, 600 operatori italiani dell’offerta, tremila contatti commerciali, 150 relatori impegnati nei numerosi eventi congressuali. Sono questi i numeri della tredicesima edizione della Borsa del turismo delle 100 città d’arte d’Italia che, per il secondo anno consecutivo, si svolgerà a Ravenna dal 28 al 31 maggio. Palazzi storici, musei e giardini della città offriranno un palcoscenico esclusivo agli oltre cento siti d'arte, che presenteranno ai visitatori spettacoli, eventi e degustazioni in un percorso alla scoperta di tradizioni locali e memorie che costituiscono un patrimonio unico al mondo. Non mancheranno, in questa tredicesima edizione, importanti novità che arricchiranno la proposta di “Arts and Events”, rendendola più stimolante non soltanto per il pubblico ma anche per gli addetti ai lavori, nel segno di una tradizione che si rinsalda guardando al futuro. L'area espositiva si sdoppia per offrire nuove opportunità. Oltre alla Piazza del Popolo, che accoglierà gli stand promozionali per i borghi e i centri d'arte d'Italia, la vicina Piazza Garibaldi diventerà un movimentato teatro all'aperto con “Porta in scena la tua città”: degustazioni, riproposizioni di antichi mestieri, artigianato, esibizioni musicali e danze folkloristiche ricomporranno lo straordinario mosaico di culture e memoria locali che è l'Italia.