giovedì 29 maggio 2008

II TAPPA – RENOVATIO DI CARLO MAGNO

SANTA PRASSEDE

L’incoronazione di Carlo Magno da parte di papa Leone III nell’800 sancisce simbolicamente la caduta dell’influsso bizantino su Roma. La nuova era è chiamata renovatio, una rinascita politica e culturale attraverso il recupero delle istanze antiche.
Santa Prassede è il primo esempio di “ripresa” dello stile paleocristiano e tardo – antico: la chiesa, intitolata a Prassede, sorella di Prudenziana, presenta infatti elementi ormai abbandonati, come il transetto e la decorazione musiva.

tav. 14. veduta della navata centrale, VIII sec.,Santa Prassede, Roma

DESCRIZIONE

La chiesa, ricavata da un edificio di culto pagano, viene ricostruita da papa Pasquale I°, il quale propone un ritorno ad un gusto ricco e raffinato. La chiesa riprende l’impianto della basilica costantiniana di S. Pietro: divisa in tre navate da 11 colonne architravate e ripropone il transetto continuo, al di sotto del quale si apre una cripta per la custodia delle reliquie. Il mosaico absidale rappresentante Cristo e gli apostoli (tav. 15) è palesemente esemplato su quello della chiesa dei Santi Cosma e Damiano, mentre il sacello di San Zenone (tav. 16) riproduce il fondo blu, elemento abbandonato da almeno tre secoli. Nei mosaici gli accostamenti sono caldi ed efficaci, le forme vengono ridotte all’essenziale e sfruttate per ricavare ampie campiture cromatiche e raggiungere effetti di espressiva vitalità.

tav. 15. mosaico absidale, VIII sec., Santa Prassede, Roma

tav. 16. Sacello di San Zenone, VIII sec., Santa Prassede, Roma.

L’ARTE ISPIRA…

La prevalenza dell’oro nel Sacello di San Zenone indica un evento soprannaturale, senza tempo, una sorta di visione aurea, un’estasi. Nonostante la ripresa antichizzante, le immagini, così sofisticate e illusionistiche, riportano ad un’espressione elegante e complessa. Figure gentili ed eteree, immerse in un fondo di eternità.

SANTA CECILIA IN TRASTEVERE

Alla luce di alcune scoperte archeologiche si è giunti all’ipotesi che la Chiesa sorga sulla casa familiare di Cecilia, suppliziata nel 220. In effetti, negli scavi eseguiti nel 1899, è stato identificato sotto la chiesa un complesso di edifici romani risalenti all’età repubblicana: questo ha lasciato supporre che si trattasse effettivamente della casa della santa, così come narra la legenda secondo cui papa Pasquale I ebbe in sogno una rivelazione della stessa Cecilia, per la quale traslò il corpo nel luogo ove ora sorge la chiesa.

tav. 17. facciata e campanile di Santa Cecilia in Trastevere, Roma

DESCRIZIONE

La chiesa ha subito numerosi cambiamenti nel corso dei secoli e l’unico elemento riferibile all’epoca in questione è l’abside, rimasto immutato.

tav. 18. abside, IX secolo, Santa Cecilia in Trastevere, Roma
In principio la decorazione musiva del catino absidale si estendeva anche sulle pareti laterali. Lo schema, riferibile all’abside dei Santi Cosma e Damiano ( VI sec.), riproduce le sette figure con Cristo al centro, i santi titolari e il papa committente. Il recupero dei modelli paleocristiani è la prerogativa delle costruzioni di questo periodo. Originariamente, infatti, la chiesa presentava il solito impianto basilicale sul modello di San Pietro, con tre navate e colonne collegate da archi a tutto sesto. Nel corso dei secoli la struttura ha subito sostanziali cambiamenti che hanno alterato in modo irreversibile la sua forma originaria; in questo modo, l’unica testimonianza che ci resta del recupero dello stile tardo – antico è proprio il mosaico absidale, tecnica abbandonata da secoli che ora ripropone in tutto il suo splendore modalità e prerogative dimenticate.

L’ARTE ISPIRA

Il fondo blu, la veste dorata di Cristo, particolari apparentemente di secondaria importanza…risultano invece così chiari ed illuminanti…Il mosaico, tecnica ormai perduta e dimenticata, torna a vivere con rinnovato splendore, reduce delle alterazioni secolari, delle influenze bizantine, di uno stile nuovo più mistico e trascendentale, ma sempre e comunque elegante.

SANTA MARIA IN DOMNICA

La chiesa è stata edificata nel VII secolo su di una costruzione preesistente, risalente al V secolo, nei pressi della V coorte dei vigiles di Roma ( corpo istituito da Augusto nel 7 a.C.). Come molte altre chiese, ha subito dei rifacimenti, mantenendo sostanzialmente intatto l’aspetto basilicale a tre navate, con quella centrale particolarmente ariosa e spaziosa.

tav. 19. navata centrale e laterali, arcone e abside, Santa Maria in Domnica, Roma

DESCRIZIONE

Conservando il tipico impianto basilicale, con colonne di spoglio in granito e capitelli corinzi antichi, la chiesa, come molte in questo periodo, ripropone il mosaico e lo stile tardo – antico, rispecchiando il rinnovamento artistico che coinvolse Roma per tutto il IX secolo. Sull’arco trionfale (o arcone) troviamo il Cristo tra due angeli e apostoli, con sotto Mosè ed Elia, mentre nell’abside la Madonna in tronco con bambino tra due schiere di angeli e papa Pasquale I in ginocchio. Oltre alla decorazione musiva, tipica delle chiese di questo periodo, anche la tecnica costruttiva è rivolta al recupero delle istanze tardo – antiche, come la disposizione dei mattoni su file regolari e l’introduzione di una cripta al di sotto del presbiterio, a modello della basilica di San Pietro.

L’ARTE ISPIRA…

Il riferimento all’arte e alla forma classica elegante è palese in queste costruzioni, tutte tese ad un recupero cosciente e riuscito delle istanze antiche e paleocristiane. L’era di Pasquale I ha segnato davvero un cambiamento, una rinascita stilistica e un ritorno alla tecnica musiva come espressione concreta, semplice e complessa allo stesso tempo, ma sempre estremamente suggestiva.


COPERTA DELL’ EVANGELARIO DI LORSCH
(BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA)

La nuova cultura figurativa imperiale si esprime pienamente in un gruppo di evangelari, tra cui quello di Lorsch, conservato alla Biblioteca Apostolica Vaticana.
L’attività dei miniatori raggiunse sotto i sovrani carolingi esiti qualitativamente straordinari; il libro assunse infatti presso la dinastia una valenza eccezionale, riportando così sul suolo imperiale l’autorità dei codici scritti, validi universalmente e tesi al recupero del sapere antico.

tav. 20. coperta dell’ Evangelario di Lorsch, IX sec., Biblioteca Apostolica Vaticana

DESCRIZIONE

L’evangelario, in avorio scolpito, riproduce Cristo in gloria tra due arcangeli ed offre delle impaginazioni riconducibili allo stile antico, mentre le figure propongono uno stile quasi bizantineggiante, aulico e prezioso. I fondali architettonici antichi si uniscono alle incorniciature di archi su colonne, tipici elementi di origine italiana. Tra i motivi delle parti decorative ricorrono cammei, monete antiche, stoffe e tutti quegli oggetti che i saccheggi e gli scambi con Bisanzio avevano fatto affluire nella capitale.

L’ARTE ISPIRA…

Sicuramente, l’Evangelario di Lorsch è una delle testimonianze più preziose della presenza carolingia in Italia; grazie a Carlo Magno e a suo figlio Ludovico il Pio, la tradizione scritta riacquistò vigore e autorità. Ho ammirato le figure con estasi infantile, come un bambino guarda i colori per la prima volta e scopre una nuova dimensione, preziosa e degna di rispetto. Tutto riporta all’antico, ogni elemento è un richiamo chiaro e genuino ad uno stile lontano…un disegno che, se non riesce a penetrare del tutto i caratteri dell’antichità (come fanno in seguito gli Evangeli dell’Incoronazione), delinea comunque un cammino preciso, rivolto ad un tempo glorioso.


TECA DI PASQUALE I
(TESORO DEL SANCTA SANCTORUM, BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA)

La teca, nota anche come stauroteca [1] di Pasquale I, fa parte della produzione orafa di alta qualità del periodo carolingio. La ricchezza iconografica di quest’ opera risente del clima di renovatio diffuso nell’impero, sebbene con alcune contaminazioni bizantine.

tav. 21. teca di Pasquale I, IX sec., Tesoro del Sancta Sanctorum, Biblioteca Apostolica Vaticana

DESCRIZIONE

La stauroteca, di cui si conserva solo la faccia superiore, è costruita in lamina d’oro con smalto cloisonné[2], sfondo verde e cornice in filigrana. Nel braccio superiore sono raffigurate l’Annunciazione e la Visitazione, nel braccio sinistro l’Andata a Betlemme, al centro la Natività, nel braccio destro l’Adorazione dei Magi e in quello inferiore la Presentazione al Tempio e il Battesimo. Molto probabilmente, sulla faccia inferiore erano presenti scene della crocifissione.

L’ARTE ISPIRA…

La teca e i suoi smalti, l’uso delle pietre preziose e la lavorazione dei castoni sono indicativi di un’era artistica complessa e ricca. Una lavorazione di alta qualità, che mi riporta alla mente il famoso, contemporaneo Altare d’oro di Vuolvino (Milano, Sant’Ambrogio) e il reliquiario di San Giovanni Battista (Tesoro della Cattedrale di Monza), entrambi espressioni altissime dell’oreficeria carolingia.


[1] Reliquiario a forma di croce
[2] Smaltatura a caldo con disegno in filo d’oro piatto
Angela Angelillo





lunedì 26 maggio 2008

LUIGI RECCHI E VANESSA JACOROSSI

Cuori, fiori, simboli, numeri e lettere inseriti in griglie coloratissime rappresentano il codice espressivo di Luigi Recchi presente, insieme a Vanessa Jacorossi, nella Galleria Via Metastasio 15 per la mostra Lo Specchio Leggero fino al prossimo 2 giugno.

Caratteristica delle opere del maestro Recchi è sicuramente la grande forza espressiva. Colori primari accostati con sapiente armonia catturano lo sguardo e scuotono lo spirito con violenta immediatezza. Ad una prima lettura così diretta ne subentra poi una più intima, i numeri e le lettere riportate sono infatti i codici di un linguaggio segreto dell’artista, come ad esempio la parola “GAS” ripetuta quasi con maniacalità in moltissimi lavori, tre lettere che celano il significato di: Guardare, Ascoltare e Sentire… o il numero 22 che rimane però volutamente un mistero: “ a chi chiede dite che è un segreto...”, dice l’artista.

In galleria sono presenti molti dei soggetti amati da Luigi Recchi come i borghi antichi, i cuori, i fiori e i giardini , resi con un tratto semplice e calligrafico quasi infantile in una ricercata serialità che lascia però sempre spazio all’unicità della realizzazione e dell’interpretazione.
Vanessa Jacorossi, alla sua prima esposizione, presenta diverse opere che si caratterizzano per l’importante ricerca materica. Acrilici, sabbia, stucchi, colori puri, polveri ed applicazioni di diversi materiali rendono le superfici spesse e materiche.


A questo si aggiunge l’inserimento di gesti pittorici schematici e decisi, primari, in cui il tratto lineare puro si carica di espressività.

Sono evidenti i segni lasciati con la spatola ed il pennello, graffi ed accumulazioni, che rispondono all’esigenza della Jacorossi di lasciare un’ impronta evidente, fisica del suo lavoro sulla tela.


Colature e sovrapposizioni di stucco e colore fuoriescono tridimensionalemente in quadri che entrano in relazione con lo spazio e con la luce nei bagliori delle polveri e delle tonalità cromatiche, in cui primeggia la presenza dell’oro del bronzo e dell’azzurro.



Giorgia Simoncelli

mercoledì 21 maggio 2008

ITINERARI D'ARTE DI ANGELA ANGELILLO

L’arte è diletto, ricreazione dell’animo, intrattenimento, smarrimento
Francesco Petrarca
Premessa

Questo breve itinerario si propone di illustrare, senza troppe pretese, i luoghi ed i percorsi di interesse storico-artistico che hanno caratterizzato la Roma tardo - antica e medievale. Chiunque abbia interesse nel visitare i siti e le opere che hanno segnato il passaggio dal cosiddetto stile antico a quello medievale troverà in questa piccola guida indicazioni, illustrazioni, spiegazioni che, mi auguro, riusciranno a soddisfare le sue esigenze e le sue curiosità .Prima di passare al percorso vero e proprio, è opportuno introdurre il concetto di tardo – antichità e quello di Medioevo:

la data presa in considerazione dagli storici dell’arte come inizio vero e proprio del Medioevo è la fondazione dell’impero germanico sotto Carlo Magno, cioè l’anno 800. Il riferimento a questa data piuttosto che ad altre come il 313 (Editto di Milano) o il 476 (abdicazione dell’ultimo imperatore romano) si giustifica considerando che non si parla quasi mai di arte medievale prima dell’influenza della civiltà cristiana nel Nord Europa. Gli anni trascorsi tra l’epoca di Costantino (306 – 337) e quella di Carlo Magno (768 – 814) sono stati considerati a lungo decadenti e monotoni, fino a quando la recente ricerca li ha sollevati dalla loro dequalificante posizione, mettendo in risalto le loro caratteristiche più intime. L’arte di questi secoli ha un ruolo di importanza notevole: da un lato ha assicurato la continuità della tradizione classica, che rischiava di estinguersi a seguito della scomparsa della religione e della civiltà pagana, dall’altro ha costituito il punto di partenza per la trasformazione dello stile classico in quello medievale. Guardare lungo la linea artistica di questi anni non è semplice, bisogna considerare che l’Alto Medioevo è un periodo di evoluzione, trasformazione e mescolanza di caratteristiche; di sicuro non è un momento di declino, anzi, è proprio attraverso l’analisi di quest’ epoca che si può giungere alla comprensione dell’arte che segnò l’ “Era oscura”. Solo attraverso lo studio di queste istanze si può apprezzare pienamente lo sviluppo dell’arte di questi secoli, tra rosoni romanici e archi gotici a sesto acuto, passando per magnifici pezzi di oreficeria longobarda e severe icone bizantine. L’itinerario che vi propongo si snoda attraverso una linea cronologica che parte dall’arte alto – medievale ( longobardi, arte carolingia, rinascenza ottoniana), passando per l’arte romanica e giungendo infine all’arte gotica. Partendo dal presupposto che la città di Roma ha subito numerose e non sempre funzionali modifiche urbane, ho cercato di segnalare le opere e i monumenti più rappresentativi della tendenza artistica, considerando che molte costruzioni medievali sono state inglobate in edifici di epoche successive e solo alcune di esse conservano il loro aspetto originario. I periodi sono da considerarsi indicativi perché il cammino dell’arte non segue un percorso lineare e lo stile non può essere ingabbiato entro precisi limiti temporali.
Angela

INDICE ITINERARIO

PRIMA TAPPA – TARDO - ANTICHITA’ E ALTO MEDIOEVO ( IV sec. – VII sec.)
Arco di Costantino
Testa di Costantino ( Musei Capitolini)
Basilica di Massenzio
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Pietro in Vaticano
Chiesa di S. Maria Maggiore
SS. Cosma e Damiano
S. Maria Antiqua

SECONDA TAPPA – RENOVATIO DI CARLO MAGNO (VIII sec. – IX sec.)
Santa Prassede
S. Cecilia in Trastevere
S. Maria in Domnica
Coperta dell’Evangelario di Lorsch ( Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana)
Teca di Pasquale I, Tesoro del Sancta Santorum (Biblioteca Apostolica Vaticana)
Santa Cecilia

TERZA TAPPA – RINASCENZA OTTONIANA (X sec. – XI sec.)
S. Clemente
S. Bartolomeo all’Isola
Castello dei Caetani
S .Urbano alla Caffarella

4. QUARTA TAPPA – ARTE ROMANICA ( XI sec. – XII sec.)
S. Maria in Cosmedin
S. Clemente
S. Maria in Trastevere
S. Maria Nuova
S. Paolo fuori le Mura
S. Prudenziana

5. QUINTA TAPPA – ARTE GOTICA ( XII sec. – XIV sec.)
Carlo I d’Angiò (Musei Capitolini)
S. Paolo fuori le Mura
S. Cecilia in Trastevere
S. Maria Maggiore
Polittico Stefaneschi (Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana)
Codice Giustinianeo (Biblioteca Apostolica Vaticana)
a cura di Angela Angelillo

venerdì 9 maggio 2008

Public Improvisations



XIV Corso Superiore di Arti Visive

Yona Friedman - Visiting professor

Como, 1 – 23 luglio 2008

Gli artisti selezionati

La commissione composta da Annie Ratti - Presidente della Fondazione Antonio Ratti e Direttrice del Corso Superiore di Arti Visive - e da Luca Cerizza, Anna Daneri e Cesare Pietroiusti - curatori del CSAV - ha selezionato ventitré artisti italiani e stranieri per il XIV Corso Superiore di Arti Visive, che quest’anno ha come visiting professor l’architetto e teorico Yona Friedman.




Le domande di partecipazione, pervenute entro i termini stabiliti, sono state più di quattrocento.



Il Corso si terrà a Como dal 1 al 23 luglio 2008 presso lo Spazio San Francesco. Il programma per i giovani artisti internazionali prevede un'attività quotidiana articolata in forma di workshop a fianco di Friedman, di approfondimenti teorici proposti dai curatori interni e seminari con alcuni personaggi di spicco della scena culturale internazionale. Martedì 22 luglio verrà presentato Corso Aperto, appuntamento espositivo a cura di Cesare Pietroiusti, dove i partecipanti esporranno presso lo Spazio S. Francesco i loro lavori antecedenti all’esperienza del CSAV.



Lista degli artisti italiani
Elia Cantori (24 anni, risiede in Inghilterra); Ludovica Carbotta (26 anni, risiede in Italia); Davide Cascio (31 anni, risiede in Svizzera); Giovanni De Lazzari (30 anni, risiede in Italia); Andrea Dojmi (35 anni, risiede in Italia); Marco Lampis (31 anni, risiede in Italia); Margherita Moscardini (26 anni, risiede in Italia); Massimiliano Nazzi (26 anni, risiede in Italia); Alessandro Quaranta (32 anni, risiede in Italia); Ciro Vitale (32 anni, risiede in Italia).


Lista degli artisti stranieri
Einat Amir (Israele, 28 anni, risiede in USA, grant della Columbia University, New York, USA); Elena Bajo (Spagna, 34 anni, risiede in Germania); Roberto De Bernardo (Svizzera, 38 anni, risiede in Svizzera); Mark Durkan (Irlanda, 23 anni, risiede in Irlanda);Audrey Lam (Australia, 26 anni, risiede in Australia); Sendi Mango (Slovenia, 35 anni, risiede in Slovenia, grant della Skuc Galerija, Lubiana, Slovenia); Gabriel Martinez (Messico, 34 anni, risiede in USA, grant della Columbia University, New York, USA); Marlie Mul (Olanda, 27 anni, risiede in Germania); Treasa O'Brien (Irlanda, 29 anni, risiede in Irlanda); Linda Quinlan (Irlanda, 31 anni, risiede in Irlanda); Therese Sunngren (Finlandia, 25 anni, risiede in Finlandia, grant della Svenska Konstskolan, Nykarleby, Finlandia); George Warburton (Australia, 19 anni, risiede in Australia, grant della Curtin University of Technology, Perth, Australia) e il gruppo Knowles Eddy Knowles (Jon Knowles - Canada, 28 anni, risiede in Canada, Micheal Eddy - Canada, 27 anni, risiede in Germania, Robert Knowles - Inghilterra, 25 anni, risiede in Inghilterra).


Gioielli Contemporanei di Simona Materi

Supernatural project - Extemporary bronzes

Simona Materi nasce a Caserta il 4/01/1971, consegue il diploma di maturità artistica presso l’istituto d’Arte di Isernia, seguito dal diploma di orafo gioielliere conseguito al Tarì di Marcianise (CE). Si forma ulteriormente frequentando la Scuola Libera del Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e partecipa ai corsi del Kaus di Urbino tenuti dal prof. Safet Zec, pittore e incisore bosniaco.

Tra le altre partecipazioni troviamo quelle al corso sulle tecniche dell’Acquerello tenuto da Stephen Hazel e Kathleen Rabel, all’ International Award of Goldsmith Design della Gobbato di Vicenza, al Ventisettesimo International Pearl Design Contest a Tokyo.

Seguono la I Biennale Internazionale di Incisione di Douro – Alijò ( Portogallo), con la pubblicazione dell’acquaforte profondo dentro; alla VIa Biennale Europea per l’incisione di Acqui Terme ( AL), alla Collettiva al femminile per l’inaugurazione della galleria Riparte di Milano e al Ventottesimo International Pearl Design Contest, sempre a Tokyo.

Inoltre, l’artista viene selezionata per la collettiva itinerante internazionale di incisione contemporanea Nero di Luce. Espone a Rovato (BS), Soncino (CR), Urbino (PU), San Vincenzo al Volturno (IS), Ortigia (SR), Napoli, Milano, Lubliana (Slovenia), Bucarest (Romania), Cracovia (Polonia), Barcellona (Spagna). Ottiene il testo critico del prof. Corradini e di Giuliano Santini sul catalogo Grafo edizioni (Milano) e cura la sovracopertina del libro d’artista con l’opera Untitled.

Partecipa alla IV Biennale Internazionale di Incisione contemporanea a Campobasso, con l’opera F-Human resources, pubblicata sul catalogo, espone al Concorso Nazionale di grafica Italiana dell’Associazione Nazionale Incisori di Vigonza (PD), al XII Concorso Nazionale d’arte orafa della città di Guardiagrele (CH) con l’opera Amans Amantis che viene pubblicata sul catalogo dell’evento.

Nell’ultimo anno inaugura una personale di pittura-scultura e incisione contemporanea presso “Le Mele Blu” di Venafro (IS) e partecipa alla mostra d’Arte Contemporanea Venafrando nella splendida cornice di Palazzo De Utris al centro storico sempre di Venafro (IS).

Apre ad Isernia, nell’insolito spazio espositivo della libreria “La Luna e sei soldi” la mostra di gioielleria contemporanea intitolata “Supernatural project” – “Extemporary bronzes”. L’artista confida:

E’ stato molto piacevole esporre nello spazio non convenzionale della libreria, solitamente riservato ad opere a muro piuttosto che ad oggetti” .

Proprio questi oggetti rivelano un grande desiderio di comunicazione, nonché una eccezionale conoscenza tecnica e storico-artistica. Le creazioni di Simona Materi sono intrise di un naturalismo pulsante e vivo e di un realismo vibrante che fonde immanenza e trascendenza in pezzi unici di arte orafa. L’artista utilizza tecniche antiche e rinomate come la fusione in osso di seppia, creando in questo modo gioielli dal fascino ancestrale.

“ I miei gioielli hanno strutture semplici, date da una ispirazione essenziale che traspare anche quando l’oggetto presenta caratteristiche formali apparentemente complesse” .

Dunque creazioni originali, piuttosto che riproduzioni meccaniche tipiche di quelle espressioni considerate alla moda e di tendenza.

Mi auguro che la gente recuperi il gusto personale, quel gusto che ci distingue e ci rappresenta e che possa considerarsi arte anche un oggetto indossabile che, in qualche modo, riesce a trasmettere un’emozione” .

L’artista, nei primissimi anni di attività, si lascia affascinare dalle prime creazioni di Gio e Arnaldo Pomodoro, della Louise Nievelson e della nordica Vivianna Torun Bulow Hube, che rifuggono le costanti e creano pezzi contemporanei di grande espressività. I materiali utilizzati nelle creazioni non sono sempre quelli preziosi dell’immaginario comune collettivo, ma anche quelli essenziali, semplici, “vili”, che tendono all’estetica del design e propongono una gioielleria di decorazione del corpo fuori dagli schemi convenzionali.

Il metallo che prediligo lavorare è, per certi versi, l’oro: è un materiale pulito, ha una resa tecnica formidabile e la sua complessità lavorativa viene ripagata in pieno dall’estetica fredda e dalla grande definizione dei particolari. Anche l’argento ha le sue amabili caratteristiche: il suo colore è modificabile grazie al processo di ossidazione indotto. Questo processo, benché esasperato, rispetta in definitiva la natura stessa del metallo, il quale subisce comunque di per sé questa trasformazione chimica” .

In definitiva, la mostra offre la possibilità di ammirare ed apprezzare creazioni tese all’espressione pura ed essenziale dell’arte; il gioiello diventa, più che un semplice ornamento, un oggetto in intima interazione con il corpo, una espressione formale del gusto e del temperamento personali, uno specchio luminoso e naturale dei nostri più segreti desideri.
Angela Angelillo per CU.SP.I.D.E.

Pendente 'Daphne' (la donna che per amore si trasformò in albero)
pendente in argento 925/1000 ossidato e lucido con inserti in oro giallo e diamanti bianchi e neri



Orecchini 'gancio' con monoprolungamento
orecchini in oro bianco 750/1000 con perla champagne australiana over size e diamanti brown






Pendente 'Lacerazioni'
pendente scultua in bronzo patinato

INFORMAZIONI UTILI

All’interno della struttura ospitante il laboratorio della Materi è allestita un’esposizione permanente i cui progetti e creazioni seguono tempi relativamente brevi, essendo opere a tiratura limitatissima.

NUMERI UTILI: 329/6248388393/4616250
http://www.simonamateri.com/ e-mail: info@simonamateri.com

NOMAS FOUNDATION

Mercoledì 7 maggio 2008 si inaugura la Nomas Foundation, che nasce dal cammino compiuto dadue collezionisti romani Raffaella e Stefano Sciarretta che, attraverso questo progetto, voglionosostenere e promuovere il lavoro di giovani artisti.Le loro parole esprimono con chiarezza le ragioni che li hanno spinti a concretizzare tale progetto:"Collezionare è un'esperienza che ci ha reso mobili, liberi, aperti fino a desiderare la creazione diun organismo che approfondisse il viaggio fin qui percorso. Nomas ? punto d'arrivo e di partenza altempo stesso, non soltanto per proseguire oltre, ma per sostenere i progetti di tutti coloro cheattraverso l'arte contemporanea intendono suggerire altre strade e nuovi viaggi".Il progetto apre con l'opera di un giovane artista italiano, Francesco Arena, dal titolo 3,24 mq. Il datonumerico del titolo fa riferimento allo spazio della cella di un prigioniero. Come scrive StefanoChiodi in catalogo: "La cella è il rifacimento in scala 1:1 dell'ambiente ricavato all'interno di unappartamento in via Montalcini 8 a Roma, dove, in base alle testimonianze di Anna Laura Braghetti,Prospero Gallinari e Mario Moretti, tra il 16 marzo e il 9 maggio 1978 Aldo Moro avrebbe trascorso isuoi ultimi cinquantacinque giorni di vita prigioniero delle Brigate Rosse. Trenta anni fa? La cella ?un'opera d'arte politica?Un'opera politica, non un'opera sulla politica. Non sul detto, sul meccanismovisibile, sul gergo, i simboli, e neppure, anche se questo è il suo punto di partenza, sulla storiapolitica italiana. Piuttosto sulla politica come processo di cui l'arte è una componente (necessaria, èil postulato)."La scelta dell'opera di Francesco Arena, oggi trentenne, è stata dettata da una riflessione: il tempo

dei nostri giorni sembra scorrere troppo in fretta, tanto velocemente da travolgere anche la memoriadel passato. Ricordare ? talvolta un esercizio doloroso, ma indispensabile per mantenere viva lacoscienza.In occasione dell'apertura della fondazione sarà pubblicato un catalogo bilingue (italiano-inglese)con una presentazione di Raffaella e Stefano Sciarretta e testi critici su Francesco Arena di StefanoChiodi e Alessandro Rabottini.


giovedì 8 maggio 2008

Con l'arte, da disabile a persona





Presentazione del volume


Con l'arte, da disabile a persona




MOSTRARE, SVELARE, COSTRUIRE, LIBERARE PENSIERO, INTELLIGENZA, SENTIMENTO




A cura di: Simonetta Lux, Antonella Antezza, Cristina Cannelli, Alessandro Zuccari


Gangemi editore, Roma 2007


Martedì 13 maggio, ore 18.00


Sala della Protomoteca in Campidoglio, Roma
Martedì 13 maggio alle ore 18.00, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, verrà presentato il volume a cura di Simonetta Lux, Antonella Antezza, Cristina Cannelli, Alessandro Zuccari "Con l'arte, da disabile a persona. Mostrare, svelare, costruire, liberare pensiero, intelligenza, sentimento".Interverranno: Ambrogio Spreafico, Rettore Pontificia Università Urbaniana; Elisa Montessori, pittrice; Giuseppe Ducci, Direttore U.O.C. Psichiatria - S. Filippo Neri.Saranno presenti gli autori e gli artisti.In occasione della presentazione del volume verrà proiettato in anteprima il video Transfotografico di Dan.rec.Con l´arte,da disabile a persona racconta attraverso 20 storie emblematiche di persone inserite nei Laboratori artistici della Comunità di Sant´Egidio, come sia possibile mostrare, svelare, costruire, comunicare e liberare il pensiero, l´intelligenza, il sentimento di persone considerate a torto prive di tali potenzialità e per questo normalmente marginalizzate, se non recluse.Come sostiene Simonetta Lux nel suo saggio introduttivo "l´azione del gruppo de Gli Amici della Comunità di Sant´Egidio, si dà attraverso un sentimento/metodo, composto di relazione amicale disinteressata ( che i disabili chiamano "amore"), di educazione e inserimento educativo anche con tecniche più avanzate atte a sconfiggere gli impedimenti fisico-psichici alla comunicazione del proprio pensiero: con la finalità della valorizzazione individuale attraverso la sollecitazione di una azione critica e partecipativa verso gli altri "altri" del mondo, sulle grandi questioni collettive dell´umanità attuale contemporanea. Ma tale azione ha compreso e comprende tuttora anche delle sollecitazioni istituzionali e -perché no- politiche, volte ad istituire nuove leggi o norme che concretizzino rendano vera la meta ultima della affermazione del principio dell´uguaglianza e dell´inclusione.

Questo sentimento/metodo, questa grande azione complessa è in un certo senso la grande specie di opera d´arte relazionale (per usare un termine che indica attualmente un preciso paradigma tra gli altri vigenti nella ricerca artistica attuale coniato da Nicolas Bourriaud) all´interno della quale si materializzano opere d´arte individuali a loro volta relazionate con processi di conoscenza e giudizio su se stessi e sul mondo.Come vedremo dalle biografie, dalle interviste, dagli scritti e dalle opere, insomma dal racconto che possiamo ricostruire di questo lungo processo che è naturalmente in pieno corso ed aperto, gli uni "raggiungono",scoprono, catturano gli altri su un piano di reciprocità e parità, ora casuale ora mirato ed il primario scopo è raggiunto: la felicità di vivere, comunicare, agire, creare, abitare. In questi raggiungimenti e scoperte e accettazioni reciproche, ad un certo punto c´è la scoperta e la iniziazione al mondo dell´arte, alla storia prima e poi alla contemporaneità e alla pratica stessa del fare arte".

CHIRICO / PIAZZA

NATINO CHIRICO E ZAIRA PIAZZA

Il viso nella singolarità delle sue espressioni diventa lo specchio dell’animo femminile, della sua forza unita alla sua sensualità.



Volti dello spettacolo del cinema del passato e della televisione sono raccontati dall’artista calabrese Natino Chirico con rara sensibilità ed attenzione. Francesca Neri, Chiara Muti, Sofia Loren ma anche Silvana Mangano, Anna Magnani, Marlene Dietrich, Grace Kelly, Ingrid Bergman, diventano i modelli per omaggiare la donna nella sua quotidianità come ama sottolineare l’artista stesso: “ La riconoscibilità di un volto famoso è lo strumento per ricordare la grazia, l’intelligenza l’amore il coraggio di ogni singola donna. Un volto per raccontare un universo comune”.





Le opere presentate in Galleria sono diverse nelle dimensioni e nella tecnica: preziose tavolette in legno ricoperte da colori accesi e impreziosite dalle generose pennellate dell’artista, in foglia d’oro o in rame, fanno da base a teche in plexiglas in cui sono custoditi i volti delle dive. Piccoli scrigni trasparenti che incorniciano ed esaltano espressioni e sguardi. A queste si aggiungono tre tele di notevoli dimensioni in cui Natino Chirico interviene direttamente sui ritratti con l’inserimento di gesti colorati. La grande sensibilità dell’artista lo porta a trasmettere proprio nell’espressione catturata le infinite sfumature dell’interiorità di ogni donna; la dolcezza, la sensualità, la sua inaferrabilità…

Ogni lavoro è il frutto della sapiente commistione di tecniche differenti. I ritratti sono colti da alcuni fotogrammi cinematografici e televisivi su cui Natino interviene con il suo inconfondibile gesto pittorico espressione della forza e della solarità che lo contraddistinguono.


Affianco ai ritratti sono presentate per la prima volta proprio negli spazi di Via Metastasio 15 le opere di Zaira Piazza. Sedie e poltroncine in stile che omaggiano i grandi nomi del passato e del presente panorama artistico. Le sedie Mirò, Man Ray, Cy Twombly, Jackson Pollock, sono affiancate dalle divertenti poltrone Andy Warhol, Robert Mapplethorpe, Gilbert & Gorge. Ogni opera viene interpretata dall’artista nei grafismi e nelle scelte cromatiche a cui si aggiunge la tecnica del collage. Deliziosi oggetti d’arte e di arredo.



Giorgia Simoncelli

mercoledì 7 maggio 2008

ITINERARI STORICO-ARTISTICI

L’arte è diletto, ricreazione dell’animo,
intrattenimento, smarrimento

Francesco Petrarca
Premessa

Questo breve itinerario si propone di illustrare, senza troppe pretese, i luoghi ed i percorsi di interesse storico-artistico che hanno caratterizzato la Roma tardo - antica e medievale. Chiunque abbia interesse nel visitare i siti e le opere che hanno segnato il passaggio dal cosiddetto stile antico a quello medievale troverà in questa piccola guida indicazioni, illustrazioni, spiegazioni che, mi auguro, riusciranno a soddisfare le sue esigenze e le sue curiosità .Prima di passare al percorso vero e proprio, è opportuno introdurre il concetto di tardo – antichità e quello di Medioevo:

la data presa in considerazione dagli storici dell’arte come inizio vero e proprio del Medioevo è la fondazione dell’impero germanico sotto Carlo Magno, cioè l’anno 800. Il riferimento a questa data piuttosto che ad altre come il 313 (Editto di Milano) o il 476 (abdicazione dell’ultimo imperatore romano) si giustifica considerando che non si parla quasi mai di arte medievale prima dell’influenza della civiltà cristiana nel Nord Europa. Gli anni trascorsi tra l’epoca di Costantino (306 – 337) e quella di Carlo Magno (768 – 814) sono stati considerati a lungo decadenti e monotoni, fino a quando la recente ricerca li ha sollevati dalla loro dequalificante posizione, mettendo in risalto le loro caratteristiche più intime. L’arte di questi secoli ha un ruolo di importanza notevole: da un lato ha assicurato la continuità della tradizione classica, che rischiava di estinguersi a seguito della scomparsa della religione e della civiltà pagana, dall’altro ha costituito il punto di partenza per la trasformazione dello stile classico in quello medievale. Guardare lungo la linea artistica di questi anni non è semplice, bisogna considerare che l’Alto Medioevo è un periodo di evoluzione, trasformazione e mescolanza di caratteristiche; di sicuro non è un momento di declino, anzi, è proprio attraverso l’analisi di quest’ epoca che si può giungere alla comprensione dell’arte che segnò l’ “Era oscura”. Solo attraverso lo studio di queste istanze si può apprezzare pienamente lo sviluppo dell’arte di questi secoli, tra rosoni romanici e archi gotici a sesto acuto, passando per magnifici pezzi di oreficeria longobarda e severe icone bizantine. L’itinerario che vi propongo si snoda attraverso una linea cronologica che parte dall’arte alto – medievale ( longobardi, arte carolingia, rinascenza ottoniana), passando per l’arte romanica e giungendo infine all’arte gotica. Partendo dal presupposto che la città di Roma ha subito numerose e non sempre funzionali modifiche urbane, ho cercato di segnalare le opere e i monumenti più rappresentativi della tendenza artistica, considerando che molte costruzioni medievali sono state inglobate in edifici di epoche successive e solo alcune di esse conservano il loro aspetto originario. I periodi sono da considerarsi indicativi perché il cammino dell’arte non segue un percorso lineare e lo stile non può essere ingabbiato entro precisi limiti temporali.

INDICE ITINERARIO

PRIMA TAPPA – TARDO - ANTICHITA’ E ALTO MEDIOEVO ( IV sec. – VII sec.)

Arco di Costantino
Testa di Costantino ( Musei Capitolini)
Basilica di Massenzio
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Pietro
Chiesa di S. Maria Maggiore
SS. Cosma e Damiano
S. Maria Antiqua
S. Maria in Trastevere
Sant’ Agnese Fuori le Mura
Santa Prassede
S. Cecilia in Trastevere
S. Maria in Domnica

SECONDA TAPPA – RENOVATIO DI CARLO MAGNO (VIII sec. – IX sec.)
Coperta dell’Evangelario di Lorsch ( Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana)
Teca di Pasquale I, Tesoro del Sancta Santorum (Biblioteca Apostolica Vaticana)
Civitas Leoniana
Rilievi carolingi (Museo dell’Alto medioevo)
Santa Cecilia

TERZA TAPPA – RINASCENZA OTTONIANA (X sec. – XI sec.)
S. Clemente
S. Bartolomeo all’Isola
Castello dei Caetani
S .Urbano alla Caffarella

4. QUARTA TAPPA – ARTE ROMANICA ( XI sec. – XII sec.)
S. Maria in Cosmedin
S. Clemente
S. Maria in Trastevere
S. Maria Nuova
S. Paolo fuori le Mura
S. Prudenziana

5. QUINTA TAPPA – ARTE GOTICA ( XII sec. – XIV sec.)
Carlo I d’Angiò (Musei Capitolini)
S. Paolo fuori le Mura
S. Cecilia in Trastevere
S. Maria Maggiore
Polittico Stefaneschi (Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana)
Codice Giustinianeo (Biblioteca Apostolica Vaticana)

ARCO DI COSTANTINO
Questo monumento, situato nelle immediate vicinanze del Colosseo, è stato preso a lungo come esempio più chiaro del declino della scultura romana. In realtà, è uno dei monumenti più significativi dell’epoca: in esso sono scolpite nuove tecniche, nuovi concetti di rappresentazione spaziale e nuove idee di armonia della raffigurazione umana. Con questo monumento ha inizio peraltro il cosiddetto riuso, la tecnica cioè di riutilizzare pezzi antichi per monumenti moderni.

DESCRIZIONE
L’arco fu costruito nel 315 in occasione del decennale del potere di Costantino. Il monumento è a tre fornici1, con colonne sostenute da plinti2 ed è ornato da sculture appartenenti a differenti periodi. In alto, nell’attico3, statue e rilievi traianei, tra gli altri dell’età di Marco Aurelio; al di sopra dei fornici minori vi sono i tondi del tempo di Adriano, mentre altri particolari architettonici provengono da edifici precedenti. Al IV secolo appartiene il fregio posto subito sotto i tondi adrianei: qui è narrata l’ascesa al potere di Costantino. Famoso il rilievo dell’ adlocutio, sul fronte nord, dove la figura dell’imperatore (acefala) è posta in posizione frontale al centro della tribuna; ai lati le statue di Adriano e Marco Aurelio. La rappresentazione è organizzata tenendo conto delle posizioni gerarchiche, caratteristica questa dell’arte cosiddetta “provinciale”. Il rilievo è eseguito con il trapano e la prospettiva è ribaltata: i due gruppi del popolo dovrebbero in realtà trovarsi di fronte alla tribuna, invece sono girati e situati ai lati.

L’ARTE ISPIRA…
Ogni volta che mi trovo ai piedi di questo monumento mi sento come al centro di una svolta significativa. L’arco di Costantino è la trasformazione, è la testimonianza in pietra dell’evoluzione mentale, sociale, artistica di un periodo pieno di sorprese. La sua importanza in termini storico – artistici mi inibisce e allo stesso tempo mi coinvolge intimamente attraverso la sua particolare natura screziata e la sua danza incalzante di epoche e stili diversi.
Angela Angelillo

martedì 6 maggio 2008

“futuro presente/present continuous”

Conferenza stampa di presentazione
del festival dell’arte Contemporanea
“futuro presente/present continuous”

martedì 6 maggio 2008, ore 12
presso il DOCVA Documentation Center for Visual Arts
Fabbrica del Vapore
via Procaccini 4, Milano


Dal 23 al 25 maggio a Faenza si svolge il primo festival internazionale dedicato all’arte contemporanea.
Grandi artisti, curatori, galleristi, rappresentanti dei più prestigiosi musei e scuole d’arte, esponenti del mondo dell’editoria, dei media, dell’impresa, della pubblica amministrazione, della moda, dell’architettura e del design, per la prima volta insieme per discutere dell’arte di oggi e di quella che verrà.
Grazie alla presenza di oltre 100 relatori internazionali, il festival dell’arte Contemporanea sarà la prima occasione al mondo per vedere l’arte contemporanea attraverso le parole dei suoi protagonisti.

NATINO CHIRICO - ZAIRA PIAZZA