mercoledì 16 luglio 2008

Public Improvisations

Il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti si sta svolgendo a Como con Yona Friedman (Budapest, 1923), architetto e teorico che vive a Parigi dal 1957. Il Corso, diretto dal 1995 da Annie Ratti, è a cura di Luca Cerizza, Anna Daneri e Cesare Pietroiusti ed è realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Como.La XIV edizione del CSAV ha luogo presso lo Spazio San Francesco dal 1 al 23 luglio. Il programma per i ventitrè giovani artisti internazionali, selezionati da una commissione scientifica, prevede un'attività quotidiana articolata in forma di workshop a fianco di Yona Friedman, di approfondimenti teorici proposti dai curatori interni e seminari con alcuni personaggi di spicco della scena culturale.
Dal 22 luglio è possibile vedere il progetto site-specific ideato e realizzato appositamente per la Fondazione Antonio Ratti. Friedman presenterà in anteprima mondiale una versione del nuovo progetto Musée dans la rue (2008), commissionato originariamente dalla città di Parigi, e che sarà ospitato dal prossimo autunno a Belville in forma permanente. Lo stesso giorno verrà presentato Corso Aperto, durante il quale i giovani artisti partecipanti allo CSAV esporranno nelle strade e piazze di Como e all’interno dello Spazio S. Francesco, le loro opere, progetti e documentazioni.
A Como il Musée dans la rue, pensato e realizzato da Friedman con gli studenti del corso, è la prima tappa della diffusione del progetto in diverse città europee. Ogni Musée dans la rue è un agglomerato di cubi e parallelepipedi di plexiglass trasparente sovrapposti uno sull’altro. Distribuiti in due spazi pubblici della città, diversi per identità storica e sociale, questi musei di strada saranno come delle superfici libere, completamente a disposizione di chiunque desideri lasciarvi un segno. Come sempre nel suo lavoro, Friedman ha disegnato una semplice struttura di base che dovrà essere attivata, modificata e completata dall’intervento dell’utente. Musée dans la rue è una piattaforma pubblica, uno spazio aperto che interroga l’idea stessa di museo, di luogo pubblico e di partecipazione sociale. L’intervento è localizzato in Piazza Cavour e all’Asilo Sant’Elia di Terragni. Questi due luoghi, esemplari di diversi aspetti storici e sociali della città, ospiteranno diverse versioni del museo, realizzate con caratteristiche strutturali e materiali differenti: il plexiglass trasparente e il cartone, come nel caso dell’asilo, visto da Friedman come palestra di improvvisazione e creazione continua. In questo importante esempio di architettura razionalista, Friedman incoraggerà i bambini ad utilizzare le forme da lui progettate in assoluta libertà.Per completare la realizzazione del progetto di Piazza Cavour, la Fondazione Ratti ha promosso tra i cittadini di Como una raccolta di oggetti di diverse forme e tipologie che diventeranno i contenuti del museo progettato da Friedman.
Come spiega Friedman “L’arte può essere considerata come un’espressione dell’individuo in relazione con la comunità, ed è sempre indirizzata a qualcuno. Un’opera d’arte trasmette un messaggio, senza includere i codici per la sua comprensione. Il messaggio potrebbe essere anche solo per l’artista. Tutti hanno qualcosa da trasmettere, quindi siamo tutti potenziali artisti. Non esiste un oggetto che non possa essere considerato opera. Dobbiamo aiutare chiunque senta il bisogno di diventare artista a trovare un codice tecnicamente semplice per il proprio messaggio e questi codici hanno la caratteristica di essere improvvisati. L’arte inizia con l’improvvisazione, così come l’intelligenza. Durante il seminario Public Improvisations esploreremo l’improvvisazione, le tecniche semplici, che non necessitano istruzioni, disegni o piani complicati, perché l’arte, per essere accessibile al pubblico generale, deve utilizzare tecniche semplici, facili da adottare. L’arte pubblica improvvisata può essere esplorata ovunque negli spazi pubblici: nelle strade, nei boschi, in un atrio, sul lago. Il luogo stesso è parte dell’opera d’arte”.
Nato in Ungheria nel 1923, Friedman vive a Parigi dal 1957. Architetto e teorico, ha studiato a Budapest e alla Technion di Haifa. Nel 1956, in occasione del X International Congress of Modern Architecture (ICMA) a Dubrovnik, la pianificazione razionale del movimento moderno fu messa in discussione proprio dal suo approccio universalista, e dalla sua fiducia nell’individuo. Nel dicembre 1958, Friedman ha fondato il Groupe d’Études d’Architecture Mobile (GEAM), che, fino al 1962, si è dedicato ad adattare l’architettura ai cambiamenti prodotti dalla vita moderna. Si è affermato internazionalmente con il manifesto L’Architecture mobile (1958) e il concetto di Ville spatiale. Attraverso la teoria delle “superstrutture” pensate sopra città e paesaggi, ha sempre inteso fornire alle persone il sapere e gli strumenti per determinare il proprio contesto abitativo. Friedman rivendica inoltre la possibilità di combinare un approccio analitico con uno olistico. Tra i suoi testi ricordiamo: Towards a Scientific Architecture (1975), A Better Life in Towns (1980), Utopie realizzabili (2003), Pro Domo (2006). Ha partecipato a mostre internazionali come la Biennale di Venezia e Documenta e le sue opere sono presenti nelle collezioni dei più importanti musei internazionali. Tra gli ultimi eventi realizzati, va segnalato un progetto specifico per il Mart di Rovereto, nel 2006. Sue mostre personali hanno avuto luogo quest’anno a Bordeaux (arc en rêve CAPC) e al Portikus di Francoforte.
La mostra di fine Corso e le pubblicazioni di tutto il lavoro svolto durante il CSAV (edite da Mousse e Charta) saranno presentate a Milano nel dicembre 2008, in collaborazione con DOCVA, Neon fdv, Artegiovane Milano. In questa occasione una giuria segnalerà i tre vincitori del Premio Epson FAR per la ricerca artistica, giunto alla terza edizione.
I Visiting Professor degli anni scorsi sono stati: Joseph Kosuth (1995), John Armleder (1996), Allan Kaprow (1997), Hamish Fulton (1998), Haim Steinbach (1999), Ilya Kabakov (2000), Marina Abramović (2001), Giulio Paolini (2002), Richard Nonas (2003), Jimmie Durham (2004), Alfredo Jaar (2005), Marjetica Potrč (2006), Joan Jonas (2007). InformazioniXIV Corso Superiore di Arti Visive Visiting professor Yona FriedmanDate del Corso 1 – 23 luglio 2008Presso lo Spazio S. Francesco Largo Spallino 1, Como Italia 22 luglio 2008, ore 17 Corso Aperto – allievi del CSAV Spazio S. Francesco, Como Musée dans la rue – presentazione del progetto a cura di Yona Friedman e degli allievi del CSAVPiazza Cavour, Porta Torre, Asilo Sant’Elia.

Fondazione Antonio Ratti Public Improvisations XIV Corso Superiore di Arti VisiveComo, 1 – 23 luglio 2008 Visiting professor Yona Friedman 22 luglio 2008 Corso Aperto – gli allievi in mostra Spazio S. Francesco - Como 22 luglio - 19 agosto Musée dans la rue – progetto site-specific, Yona Friedman 3 spazi pubblici - Como

martedì 15 luglio 2008

QUINDICESIMA QUADRIENNALE DI ARTE A ROMA



Roma - 18 maggio 2008 Giunge alla sua quindicesima edizione la Quadriennale d’arte di Roma, il principale appuntamento istituzionale di arte contemporanea italiana. Torna nella sua sede storica, il Palazzo delle Esposizioni, dove sarà l’unica mostra in programma per tutta l’estate 2008 (19 giugno-14 settembre).

Dal 1931, le Quadriennali hanno il compito di offrire una panoramica delle tendenze più significative nelle arti visive in Italia, ma ogni edizione adotta uno specifico angolo di visione.
L’impianto critico della 15ª Quadriennale è stato affidato a una Commissione composta da cinque curatori e storici dell’arte, diversi per ambiti di interesse e percorsi professionali: Chiara Bertola, Lorenzo Canova, Bruno Corà, Daniela Lancioni, Claudio Spadoni.
Se l’ultima edizione (2003-2005) estendeva lo sguardo fino ai maestri degli anni Sessanta-Settanta ancora in attività, questa volta l’attenzione è circoscritta alle generazioni di artisti che hanno iniziato ad affermarsi in Italia negli ultimi vent’anni.
La Commissione ha, inoltre, scelto di riservare un omaggio a Luciano Fabro (Torino, 20 novembre 1936-Milano, 22 giugno 2007), a un anno esatto dalla sua prematura scomparsa. A lui è dedicata l’apertura della mostra: la scultura Autunno, mai esposta in Italia e tra le ultime sue opere, è l’unico segno artistico che accoglie lo spettatore nella Sala della Rotonda. A lui è dedicata anche l’apertura del catalogo (Marsilio), con la pubblicazione di un suo vibrante intervento sull’etica dell’artista. L’omaggio vuole simbolicamente ricordare l’innovatività del linguaggio di Fabro e l’importante eredità teorico-critica del suo insegnamento.

Alla 15ª Quadriennale partecipano novantanove artisti, ciascuno presente con un’opera molto recente, spesso realizzata appositamente, in molti casi in situ. L’allestimento, a cura di Lucio Turchetta, ha risposto alla necessità di una presentazione equilibrata di lavori molto eterogenei per formato, tecniche di realizzazione, esigenze espositive. Il percorso della mostra si articola in tutti i 3000 mq del Palazzo di via Nazionale, non senza qualche sorpresa anche negli spazi dei servizi aggiuntivi.

Le linee guida della ricognizione

L’obiettivo della mostra non è quello di compilare un “chi è chi” dell’arte contemporanea italiana, ma di registrare le diverse declinazioni del nostro fare artistico negli ultimi due decenni, tra un confronto con l’eredità del più vicino Novecento (arte concettuale, minimalismo, i diversi ritorni alla pittura) e la ricerca di nuove dimensioni creative. Si è voluto, così, provare a tracciare una mappatura di esperienze ritenute rappresentative dei principali esiti della ricerca artistica condotta nel nostro paese dalla fine degli anni Ottanta ad oggi.

In questo ambito, si è scelto di dedicare una particolare attenzione agli artisti mid-career e giovani, portatori di linguaggi “in movimento” e indicativi di possibili evoluzioni nel prossimo futuro. L’età media degli artisti invitati è compresa entro i quarantacinque anni. Un quarto è “under 35”, uno su tre è donna. Si è cercato, inoltre, di identificare possibili specificità della situazione italiana nel sistema internazionale dell’arte. Si è tenuto, quindi, conto anche di particolari aggregazioni territoriali emerse nel nostro paese e cresciute nella condivisione di un clima culturale, a una relativa distanza da processi di omologazione.

Non è certo semplice fissare criteri che consentano di documentare l’estrema diversificazione di modalità espressive che caratterizza oggi la scena artistica italiana. Si è così scelto di non attribuire agli artisti delle linee di appartenenza: preminente è la personalità del singolo autore, la sua qualità di vedere, capire, interpretare il nostro momento storico. E’ proprio a partire dai primi anni Novanta che diventa arduo definire il profilo di una generazione di artisti che agiscono “in solitario” e avvertono sempre più il bisogno di rimanere fedeli a una propria identità. E’ un dato che emerge via via più prepotentemente e che viene confermato anche da questa edizione della Quadriennale.

Ogni tentativo di distinguere le opere in mostra a seconda delle pratiche artistiche appare limitativo, tanti sono i linguaggi per temi, tecniche, sensibilità e continui gli slittamenti tra diversi dispositivi formali.
Per quanto riguarda le tecniche, in linea generale, si può comunque osservare come tra le opere in mostra vi sia una forte componente video. Mai come in questa edizione della Quadriennale, inoltre, si registra una elevata presenza di installazioni, in gran parte a dimensione ambiente. Meno frequente, in questa edizione, forse è la fotografia. Un nucleo significativo di artisti continua a prediligere come mezzi espressivi la pittura, la scultura, il disegno, spesso in dialogo tra loro, piuttosto che con riferimenti iconografici (come il cinema), letterari, musicali.
Si possono egualmente anticipare alcuni dei principali campi di indagine che le opere riflettono. Alcune rimandano all’attualità, a tematiche come l’ambiente, gli armamenti, la sicurezza sul lavoro, il controllo sulla libertà personale. Molte, invece, hanno una dimensione privata e si interrogano su temi quali l’identità, la memoria, il fluire del tempo. Non poche si soffermano sulle interazioni tra l’individuo e lo spazio, dalla grande città ad ambienti chiusi, con una attenzione al suo impatto sui nostri comportamenti. Ci sono interventi che rivelano un interesse per i meccanismi comunicativi e le dinamiche interrelazionali. Altri si concentrano sulla genesi stessa dell’opera d’arte, sull’atto creativo.




I premi agli artisti: una Giuria internazionale

Sarà una Giuria internazionale ad assegnare i premi della 15ª Quadriennale, una scelta del Consiglio di Amministrazione della Fondazione dettata dalla volontà di favorire una occasione di concreta conoscenza degli artisti partecipanti da parte di tre personalità di alto profilo alla guida di importanti realtà espositive europee. La Giuria Premi è costituita, infatti, da Suzanne Pagé, Direttore della Fondation Louis Vuitton pour la création (dopo essere stata per diciassette anni alla guida del Museo d’Arte Moderna di Parigi), Gerald Matt, Direttore della Kunsthalle di Vienna, Vicente Todolí, Direttore della Tate Modern di Londra.
Tre i premi in palio. Il Premio Quadriennale, di 20.000 euro, il Premio alla giovane arte (under 35) di 10.000 euro e una medaglia d’oro alla carriera. Dato il taglio generazionale della 15a Quadriennale, il premio alla carriera sarà assegnato extra mostra a un riconosciuto maestro dell’arte italiana. I premi saranno assegnati e resi noti nel corso di una cerimonia che avrà luogo venerdì 12 settembre.

Altre novità di questa Quadriennale

ü L’orario estivo: per la Quadriennale il Palazzo delle Esposizioni osserverà un orario prolungato la sera, dalle 11 alle 23.30 il ven e il sab, dalle 11 alle 21 gli altri giorni.

ü L’offerta ai visitatori: per i più curiosi, oltre alle classiche visite guidate, sono a disposizione percorsi di lettura delle opere. A partire dal 2 luglio, ogni mercoledì e venerdì alle ore 18, senza costi aggiuntivi e senza prenotazione, è aperta la partecipazione a incontri che consentono di sperimentare nuovi approcci multidisciplinari all’arte contemporanea. Un progetto frutto della collaborazione con i Servizi educativi-Laboratorio d’Arte del Palazzo delle Esposizioni e con l’Università degli Studi La Sapienza.

La documentazione della 15ª Q: l’Archivio Biblioteca della Quadriennale (ArBiQ) ha curato un programma di documentazione della mostra che spazia dalla produzione di audiovisivi, alla realizzazione di un “progetto pilota” per la descrizione della New Media Art, all’ideazione di infopoint interattivi dislocati lungo il percorso espositivo (v. scheda in cartella stampa).

La mostra nella mostra: nello Spazio Fontana, al piano terra tra la libreria e la caffetteria, è aperta una mostra che racconta l’oggi e la storia della Quadriennale di Roma, attraverso una selezione di immagini suggestive tratte dal suo prezioso Archivio e un documentario realizzato in collaborazione con l’Istituto Luce e Rai Teche. Un altro progetto siglato ArBiQ.

martedì 8 luglio 2008

DIVE DIVINE E DIVANI- Superfici di pensiero


Venerdì 18 luglio 2008, dalle ore 19.30 alle 22.00, Luca Picchio presenta l’allestimento pittorico di Michele Nero, presso il Salone di Compagnia della Bellezza in Viale degli Ammiragli, 44 – con la collaborazione del Web Magazine CU.SP.I.D.E. e il supporto multimediale di Giovanni Croce.

Non sempre ciò che colpisce l’occhio arriva fino al cuore, spesso si ferma molto prima. Per un semplice appagamento estetico e visivo. Ciò che ci attrae è la bella forma, l’armonia dei contrasti, le tonalità più o meno forti, un certo gusto per la decorazione che, però, nulla hanno a che vedere con implicazioni emotive profonde che potrebbero rievocare in noi sensazioni passate o ricordi sommessi della nostra infanzia.

Elogio della superficie appunto. Esaltazione dell’esteriorità.
Perché tanta superficialità?

Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze”, diceva Oscar Wilde. Allora recuperiamo la parte superficiale in ognuno di noi ed esaltiamola alla massima potenza. Godiamo con gli occhi, senza il filtro della ragione. Semplifichiamo, dividiamo, viviamo. Un ritorno primordiale alla semplicità infantile.

Quasi un nuovo realismo svuotato di implicazioni filosofiche e psicologiche. Un contenitore vuoto da non riempire, anzi forse da svuotare periodicamente. La bellezza a sé, l’arte per l’arte, l’inutilità assoluta. Tutto questo confluisce in Dive, Divine e Divani.

Dive
Cosa c’è di più appariscente di una diva, cosa c’è di più appagante della sua immagine? Un alone di mistero per non dire nulla della sua vita privata. Ma solo ammirazione, nel senso visivo del termine. Osservazione di coloro che hanno fatto della loro vita un’immagine, e quindi della loro esteriorità un’icona da celebrare. Quale migliore vetrina allora dello spazio allestito da Luca Picchio!

Divinità
Spogliate di qualsivoglia riferimento religioso queste immagini assumono un carattere puramente estetico e decorativo. Diventando così un insieme di simboli e accostamenti cromatici che hanno come unico fine la bellezza.

Divani
Assembramenti modulari di forme e colori, oggetti di uso quotidiano utilizzati per svagarsi, distrarsi, non pensare. Archetipi della futilità e del tempo libero, dell’ozio e del relax. Oggetti che diventano sempre più ornamenti estetici per le nostre case, che perdono la comodità a scapito del design. Riqualificandosi in una veste de-strutturata che li ri-connota esteticamente. “Je est un autre” o “Ceci n'est pas une pipe”.

Dive, divinità e divani come emblemi del vuoto. Un vuoto cosmico, dilagante. In una società che non ha voglia di riflettere ma che si vuole semplificare ai minimi termini per apparire in quello che è, forse in maniera più vera e sostanziale di quanto possa farci credere a parole o attraverso concetti troppo elaborati.


Michele Nero nasce ad Agnone (IS) nel 1979. Da sempre si dedica allo studio delle diverse forme artistiche, prima tra tutte l’iconologia classica greca e bizantina. Attento osservatore, ha dimostrato sempre un forte interesse per la figuratività e per la ritrattistica per poi dedicarsi nella sua ultima produzione anche alla tematica astratta. Ha realizzato diverse collaborazioni artistiche, alcune delle quali in ambito scenografico. Ha presentato a Roma, nel 2005/2006, la personale “Sacre dissonanze – A Sua immagine e differenza”. Ha partecipato al premio De Andrè nel 2007. Ha realizzato nel 2008 la personale “Per aspera ad astra” presso Lo Zodiaco di Roma. Ha partecipato recentemente alla collettiva “Disarticolando”.

DIVE, DIVINE E DIVANI
Superfici di pensiero

Compagnia della Bellezza
Viale degli Ammiragli, 44
00136 – Roma

www.lucapicchio.com

una produzione:

CUSP.I.D.E.

CUltura SPettacolo Intrattenimento Divagazioni artistiche Etno-gastronomia

www.cuspide.biz

cuspideblog.blogspot.com

+39 333 5284756

redazione@cuspide.bizinfo@cuspide.biz

Official Blog: divedivinedivani.blogspot.com

E-mail divedivinedivani@gmail.com


La mostra sarà in allestimento dal 18 al 31 luglio presso Luca Picchio –Viale degli Ammiragli, 44 dalle ore 9 alle 19 e 30 anche lunedì – info 06 39740332



P.l’Ufficio Stampa
Sara Guglielmi
+39 393 9290923
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