lunedì 23 giugno 2008

CHICCO MARGAROLI E TINA SGRO’



VIA METASTASIO 15
18 – 30 GIUGNO 2008

Quello che mi interessa è la trasformazione del punto estremo, del taglio, che lentamente indebolisce l’attaccamento a ciò che siamo e facciamo, per condurci su nuove dimensioni mentali. Solo attraverso la cesura si genera il rinnovo. Così utilizzo materiali che per natura subiscono il taglio, dagli sfridi delle potature di alberi monumentali agli organi interni di animali, i primi destinati al fuoco e i secondi all’inceneritore. Materiali come metafora di vita, proprio perché come noi subiscono morte biologica”.
E’ dalle parole di Chicco Margaroli che si riesce a capire fino in fondo il significato profondo della sua ricerca, una sperimentazione costante sul concetto dell’impermanenza e del rinnovo. L’artista, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Torino espone a Roma per la prima volta presso Via Metastasio 15, presentando una raccolta di sculture in materiale organico stabilizzato che affrontano il tema della vita e dei sentimenti del quotidiano.


Cinque anelli sospesi nel vuoto realizzati in vescica stabilizzata e lamina in oro 24 carati sono il tributo dell’artista alla collettiva Lo Specchio Leggero di cui la mostra è parte integrante. Il concetto della donna e della vita al femminile è analizzato dalla Margaroli con una sorprendente puntualità. L’anello Eden racconta di un paradiso ideale di emozioni perfette, un involucro protettivo isola gli amanti nella loro armonia emotiva irreale.

L’anello Barca rappresenta l’uomo capace di condurre e proteggere la sua compagna in una declinazione poetica dell’occidentale pater familias. L’anello Scala raffigura la possibilità della donna ambiziosa di “salire” socialmente grazie al supporto di un uomo; l’anello Tuttofare invece è lo specchio della donna che affronta senza aiuti il lavoro, la famiglia, la casa.

Ed è proprio la casa oltre al tema del sentimento la chiave di lettura dell’opera Kuore come Kasa, tre cuori di vitello mummificati che nei colori rosa, azzurro e bianco simboleggiano il rapporto dell’uomo della donna nei confronti della loro casa, luogo di vita e di scambio quotidiano di relazione.

I Bulbi, sono il frutto di tale reciproco coinvolgimento, quattro volti di fanciullo in resina che hanno dipinti sulla testina la purezza di pensieri naturali, propria del mondo dell’infanzia.

Infine Regina di Casa è la scultura di una ballerina con la cui veste si gonfia del vento della libertà pronta a librarsi anche grazie all’aiuto di piccole ali trattenute dalle mani dorate. All’interno della gonna però si intravede una casa, il fardello o il prezioso dono che la cultura le ha da sempre affidato.

Le vesciche di vitello stabilizzate, i cuori mummificati diventano per Chicco Margaroli i materiali espressivi imprescindibili per far riflettere sull’umanità, le sue scelte, le sue regole quotidiane spesso ormai frutto di abitudini e costumi sociali nei quali l’uomo e la donna faticano a riconoscersi.


In mostra anche i dipinti di Tina Sgrò, interni borghesi che acquistano un’espressività tutta particolare grazie al tratto pittorico proprio dell’artista. Stesure di colore ad olio nervose e cariche tra la raffigurazione e la cancellatura in toni cupi illuminati da improvvisi fasci di luce. Spazi vuoti sospesi ne tempo che si riempiono della silenziosa ma incombente presenza-assenza dell’uomo.

Giorgia Simoncelli

giovedì 19 giugno 2008

RICHARD PRINCE: Four Blue Cowboys

20 Giugno – 8 Agosto 2008

Inaugurazione alla presenza dell’artista: Venerdì, 20 Giugno, 18:30 - 20:30

I'm interested in what some of these images imagine... most of the time, what's represented is just wishful thinking. I'm interested in wishful thinking.
--Richard Prince

Mi interessa l'immaginario creato da alcune di queste immagini...il piu' delle volte, ciò che rappresentano è solo un’illusione. Mi interessa l'illusione.
--Richard Prince



Gagosian Gallery è lieta di annunciare l’apertura della mostra di Richard Prince Four Blue Cowboys. Avido collezionista e cronista sensibile della sottocultura americana e del suo ruolo nella costruzione dell’identità nazionale, Prince ha esaminato il ruolo mitico dei cowboys, dei motociclisti, delle auto truccate e dei divi, oltre che del fascino della narrativa pulp e della pornografia; del razzismo, del sessismo, e della psicologia dello humor, producendo icone inaspettate come i suoi popolarissimi dipinti della serie Nurses (Infermiere) e Jokes (Barzellette).

Prince ha cominciato a raccogliere immagini tratte dalla cultura popolare, dalla pubblicità e dallo spettacolo, fin da quando alla fine degli anni '70 lavorava per il colosso editoriale Time/Life a New York. Rifotografando pubblicità di gioielli, mobili, moda e cowboys della Marlboro Country - modificandole nel taglio, eliminando il testo e riproducendo a colori immagini in bianco e nero -Prince ha ridefinito i concetti di autore, proprietà, e aura. Attraverso la sua interpretazione delle complesse regole della rappresentazione, ha sviluppato unostile unico che pur evocandone altri è inconfondibilmente il suo.


L’utilizzo dei cowboys nell’opera di Prince dall’inizio degli anni ’80 al presente, rivela molto sia delle trasformazioni del suo rapporto con quest’icona americana e di come essa viene costruita dai media, sia del suo uso della tecnologia fotografica e degli effetti dell’ evoluzione in digitale. Nei primi esemplari per esempio, l’artista era costretto a scattare intorno ai testi producendo dettagli estremi e granulosi dei soggetti originali. In una seconda fase, le evolute tecniche di laboratorio gli hanno permesso di aumentare significativamente la messa a fuoco e le dimensioni delle immagini definitive. Nella fase più recente, che include le serie The Blue Cowboys, Mountain Cowboy and Silhouette, ha lavorato partendo da immagini di alta qualità in cui il testo è già completamente assente.

Nei Four Blue Cowboys esposti in mostra, le figure sono ridotte a minimi ma sempre riconoscibili simboli all’interno di vasti paesaggi bucolici impregnati di rugiada mattutina o illuminati dai raggi del sole al tramonto. Trasportati nel mondo dell’arte questi panorami cinematografici evocano, non senza ironia, la grande tradizione romantica della pittura.

Richard Prince è nato nel 1949 nella zona del Canale di Panama. Vive e lavora a New York. É stato oggetto di mostre importanti tra le quali quelle al Whitney Museum of American Art, New York (1992); the San Francisco Museum of Modern Art (1993); Museum Boijmans van Beuningen, Rotterdam (1993); Museum für Gegenwartskunst, Basilea (2001); Kunstmuseum Wolfsburg (2002); nel 2007 il Solomon R. Guggenheim Museum di New York gli ha dedicato una grande retrospettiva attualmente in corso al Walker Art Center di Minneapolis. Il suo ultimo progetto espositivo si inaugura alla Serpentine Gallery di Londra a giugno 2008.

mercoledì 18 giugno 2008

15ª Quadriennale d'arte di Roma

Si apre la 15ª Quadriennale d'arte di Roma: un fermo-immagine dell'arte italiana dagli anni Novanta a oggi, con un omaggio a Luciano Fabro
Roma - 18 giugno 2008
Giunge alla sua quindicesima edizione la Quadriennale d'arte di Roma, il principale appuntamento istituzionale di artecontemporanea italiana. Torna nella sua sede storica, il Palazzo delle Esposizioni, dove sarà l'unica mostra in programma per tutta l'estate 2008 (19 giugno-14 settembre).
Dal 1931, le Quadriennali hanno il compito di offrire una panoramica delle tendenze più significative nelle arti visive in Italia, ma ogni edizione adotta unospecifico angolo di visione. L'impianto critico della 15ª Quadriennale è stato affidato a una Commissione composta da cinque curatori e storici dell'arte, diversi per ambiti di interessee percorsi professionali: Chiara Bertola, Lorenzo Canova, Bruno Corà, Daniela Lancioni, Claudio Spadoni. Se l'ultima edizione (2003-2005) estendeva lo sguardo fino ai maestri degli anni Sessanta-Settanta ancora in attività, questa volta l'attenzione ècircoscritta alle generazioni di artisti che hanno iniziato ad affermarsi in Italia negli ultimi vent'anni. La Commissione ha, inoltre, scelto di riservare un omaggio a Luciano Fabro (Torino, 20 novembre 1936-Milano, 22 giugno 2007), a un anno esatto dallasua prematura scomparsa. A lui è dedicata l'apertura della mostra: la scultura Autunno, mai esposta in Italia e tra le ultime sue opere, è l'unico segnoartistico che accoglie lo spettatore nella Sala della Rotonda. A lui è dedicata anche l'apertura del catalogo (Marsilio), con la pubblicazione di un suovibrante intervento sull'etica dell'artista.
L'omaggio vuole simbolicamente ricordare l'innovatività del linguaggio di Fabro e l'importante ereditàteorico-critica del suo insegnamento.Alla 15ª Quadriennale partecipano novantanove artisti, ciascuno presente con un'opera molto recente, spesso realizzata appositamente, in molti casi insitu. L'allestimento, a cura di Lucio Turchetta, ha risposto alla necessità di una presentazione equilibrata di lavori molto eterogenei per formato, tecnichedi realizzazione, esigenze espositive. Il percorso della mostra si articola in tutti i 3000 mq del Palazzo di via Nazionale, non senza qualche sorpresaanche negli spazi dei servizi aggiuntivi.
Le linee guida della ricognizioneL'obiettivo della mostra non è quello di compilare un "chi è chi" dell'arte contemporanea italiana, ma di registrare le diverse declinazioni del nostro fareartistico negli ultimi due decenni, tra un confronto con l'eredità del più vicino Novecento (arte concettuale, minimalismo, i diversi ritorni alla pittura) e laricerca di nuove dimensioni creative. Si è voluto, così, provare a tracciare una mappatura di esperienze ritenute rappresentative dei principali esiti dellaricerca artistica condotta nel nostro paese dalla fine degli anni Ottanta ad oggi. In questo ambito, si è scelto di dedicare una particolare attenzione agli artisti mid-career e giovani, portatori di linguaggi "in movimento" e indicativi dipossibili evoluzioni nel prossimo futuro. L'età media degli artisti invitati è compresa entro i quarantacinque anni.
Un quarto è "under 35", uno su tre èdonna. Si è cercato, inoltre, di identificare possibili specificità della situazione italiana nel sistema internazionale dell'arte. Si è tenuto, quindi, contoanche di particolari aggregazioni territoriali emerse nel nostro paese e cresciute nella condivisione di un clima culturale, a una relativa distanza daprocessi di omologazione.Non è certo semplice fissare criteri che consentano di documentare l'estrema diversificazione di modalità espressive che caratterizza oggi la scenaartistica italiana. Si è così scelto di non attribuire agli artisti delle linee di appartenenza: preminente è la personalità del singolo autore, la sua qualità divedere, capire, interpretare il nostro momento storico. E' proprio a partire dai primi anni Novanta che diventa arduo definire il profilo di una generazionedi artisti che agiscono "in solitario" e avvertono sempre più il bisogno di rimanere fedeli a una propria identità. E' un dato che emerge via via piùprepotentemente e che viene confermato anche da questa edizione della Quadriennale. Ogni tentativo di distinguere le opere in mostra a seconda delle pratiche artistiche appare limitativo, tanti sono i linguaggi per temi, tecniche, sensibilità econtinui gli slittamenti tra diversi dispositivi formali. Per quanto riguarda le tecniche, in linea generale, si può comunque osservare come tra le opere in mostra vi sia una forte componente video.
Mai come in questa edizione della Quadriennale, inoltre, si registra una elevata presenza di installazioni, in gran parte a dimensione ambiente. Meno frequente, inquesta edizione, forse è la fotografia. Un nucleo significativo di artisti continua a prediligere come mezzi espressivi la pittura, la scultura, il disegno,spesso in dialogo tra loro, piuttosto che con riferimenti iconografici (come il cinema), letterari, musicali. Si possono egualmente anticipare alcuni dei principali campi di indagine che le opere riflettono. Alcune rimandano all'attualità, a tematiche comel'ambiente, gli armamenti, la sicurezza sul lavoro, il controllo sulla libertà personale. Molte, invece, hanno una dimensione privata e si interrogano sutemi quali l'identità, la memoria, il fluire del tempo. Non poche si soffermano sulle interazioni tra l'individuo e lo spazio, dalla grande città ad ambientichiusi, con una attenzione al suo impatto sui nostri comportamenti. Ci sono interventi che rivelano un interesse per i meccanismi comunicativi e ledinamiche interrelazionali. Altri si concentrano sulla genesi stessa dell'opera d'arte, sull'atto creativo. I premi agli artisti: una Giuria internazionaleSarà una Giuria internazionale ad assegnare i premi della 15ª Quadriennale, una scelta del Consiglio di Amministrazione della Fondazione dettata dallavolontà di favorire una occasione di concreta conoscenza degli artisti partecipanti da parte di tre personalità di alto profilo alla guida di importanti realtàespositive europee. La Giuria Premi è costituita, infatti, da Suzanne Pagé, Direttore della Fondation Louis Vuitton pour la création (dopo essere stata perdiciassette anni alla guida del Museo d'Arte Moderna di Parigi), Gerald Matt, Direttore della Kunsthalle di Vienna, Vicente Todolí, Direttore della TateModern di Londra.
Tre i premi in palio. Il Premio Quadriennale, di 20.000 euro, il Premio alla giovane arte (under 35) di 10.000 euro e una medaglia d'oro alla carriera. Dato iltaglio generazionale della 15a Quadriennale, il premio alla carriera sarà assegnato extra mostra a un riconosciuto maestro dell'arte italiana. I premisaranno assegnati e resi noti nel corso di una cerimonia che avrà luogo venerdì 12 settembre.Altre novità di questa Quadriennale" L'orario estivo: per la Quadriennale il Palazzo delle Esposizioni osserverà un orario prolungato la sera, dalle 11 alle 23.30 il ven e il sab, dalle11 alle 21 gli altri giorni." L'offerta ai visitatori: per i più curiosi, oltre alle classiche visite guidate, sono a disposizione percorsi di lettura delle opere. A partire dal 2 luglio,ogni mercoledì e venerdì alle ore 18, senza costi aggiuntivi e senza prenotazione, è aperta la partecipazione a incontri che consentono di sperimentarenuovi approcci multidisciplinari all'arte contemporanea. Un progetto frutto della collaborazione con i Servizi educativi-Laboratorio d'Arte del Palazzo delleEsposizioni e con l'Università degli Studi La Sapienza."
La documentazione della 15ª Q: l'Archivio Biblioteca della Quadriennale (ArBiQ) ha curato un programma di documentazione della mostra chespazia dalla produzione di audiovisivi, alla realizzazione di un "progetto pilota" per la descrizione della New Media Art, all'ideazione di infopointinterattivi dislocati lungo il percorso espositivo (v. scheda in cartella stampa)." La mostra nella mostra: nello Spazio Fontana, al piano terra tra la libreria e la caffetteria, è aperta una mostra che racconta l'oggi e la storia dellaQuadriennale di Roma, attraverso una selezione di immagini suggestive tratte dal suo prezioso Archivio e un documentario realizzato in collaborazionecon l'Istituto Luce e Rai Teche. Un altro progetto siglato ArBiQ.

venerdì 13 giugno 2008

OPERE DIGITALI

OPERE DIGITALI

lunedì 9 giugno 2008

DISARTICOLANDO

GERMANO. QUANDO LA SCULTURA DIVENTA GIOIELLO

A due anni dalla morte del padre, il grande scultore e orafo Germano Alfonsi, le figlie Bianca e Micaela hanno voluto omaggiarne la memoria con una mostra elegante e ricercata in Via Metastasio 15.



Sono presenti bronzi, sculture in oro, vetri di murano, gioielli, piatti e coppe in argento, nella volontà di rendere lo spettatore partecipe della infinita creatività e poliedricità di Germano, un artista capace di esprimersi pienamente con differenti materiali rendendoli unici grazie alla genialità del suo intervento manuale.

Vengono presentate in Galleria una raccolta scelta di sculture in bronzo come Il Rifiuto, l’impossibilità di un amore negato, colto in tutta la sua toccante umanità; I tre stati della donna: La voluttà, Il Pudore, Il Femminismo per omaggiare la femminilità nella diversità dei suoi moti interiori; Vesuviana; Ballerina e Movimento. La sinuosità del corpo femminile si schiude in tutta la sua grazia e bellezza, teso nell’accenno di un passo di danza o voluttuosamente abbandonato in un vortice di morbide curve.


All’ utilizzazione del bronzo e della terra cotta per le sue sculture Germano unisce poi l’oro, realizzando opere come Il Caronte e L’Inferno di Dante. Piccole sculture capolavoro realizzate con la tecnica della cera persa in cui l’artista esplora i diversi stati d’animo di una umanità dannata.

Splendide anche le opere realizzate in vetro di murano, sculture, calici e coppe in cui il maestro inserisce la sua sapienza di artista artigiano nei preziosi particolari in argento cesellato come Inno all’amore, del 1986, in cui il corpo di un uomo e quello di una donna si uniscono in un abbraccio dolce e appassionato.

Alle sculture si aggiungono i gioielli, vere e proprie “sculture in oro da indossare” in cui ritornano i temi a lui più cari: le maschere, i putti, figure della mitologia e dell’arte classica come Leda e il cigno, Bacco o la Venere di Botticelli.

Un modo unico per ornare con l’arte il proprio corpo: “tutti i miei clienti nel momento in cui indosseranno un mio gioiello, sentiranno tutta l’immensa emozione dell’amore e della vita che io ho messo in ogni mia singola opera…” Germano.


In mostra sono presenti anche i delicati abiti di Virginia Menta alla sua prima esposizione.



Giorgia Simoncelli

foto di: Flavio Costa

mercoledì 4 giugno 2008

Scala Mercalli, il terremoto creativo della Street Art Italiana

E’ la più grande mostra mai organizzata in Italia sul fenomeno della Street Art, a metà tra la cultura underground e quella overground; un vero e proprio terremoto creativo, articolato in diverse scosse, che vede coinvolti oltre cinquanta artisti.



Il progetto prende inizio il 15 e 16 maggio 2008 con la Prima Scossa: un evento live che ha visto protagonista la Galleria pedonale di Via del Tritone, che per l’occasione e fino al 15 giugno, si è trasformata in un vera e propria sede espositiva, le cui opere - dal 17 giugno - andranno a decorare i giardini dell’Auditorium.


Il 20 maggio ha avuto luogo la Seconda Scossa nel Garage dell’Auditorium romano. Gli artisti hanno lavorato direttamente negli spazi a disposizione di cinque metri per cinque, allestendoli e decorandoli in varia maniera, realizzando opere site specific nell’arco di due settimane: la più grande installazione museale mai avvenuta in Italia. Oltre quaranta gli artisti coinvolti.


Dal 17 giugno al 31 luglio la Terza Scossa, articolata in tre spazi. Foyer, AuditoriumArte e Giardini. Il Foyer ospiterà le grandi opere, inedite o create per l’occasione, di circa quaranta artisti della Street Art italiana. L’AuditoriumArte ospiterà il progetto fotografico dell’artista Marina Alessi, nel quale ogni artista fotografato ha avuto l’occasione di intervenire sul proprio ritratto personalizzandolo. Un intervento trasversale che richiama sicuramente il concetto di tatuaggio o di intervento sul proprio corpo, anche se simbolico. Il Giardino, con le sculture/installazioni, ospiterà le opere di Paolo Baggiani, i pannelli dei writer, alcune installazioni e sculture dal forte impatto emozionale. E poi molto antro ancora: musica, incontri, magia . . .





Scala Mercalli ha come precendente artistico la mostra “Street Art Sweet Art” curata da Alessandro Riva per il PAC di Milano lo scorso anno.

Quest’anno maggiore attenzione è stata dedicata ai rapporti tra cultura urbana ed espressività artistica. Tutto ciò per dimostrare che in una forma d’arte estrema come la Street Art si può passare dal gigantismo al disegno maniacale, dal graffitismo alla cura del singolo particolare pittorico, tutto intriso di raffinatezze concettuali ed estetiche che fanno il punto della situazione del contesto contemporaneo.




Scosse progressive come sismi artistici correlati per ripensare lo spazio urbano, il disegno e la pittura, combinandosi con il contesto che lo vive, i rumori e la città.


L’arte urbana del resto si sviluppa in maniera spontanea, anche se su basi comuni e su ideali e canoni suoi propri, pur muovendosi, a volte, ai limiti del politically correct . . .


Scala Mercalli racconta l’insieme delle esperienze artistiche che sono succedute al writing ed al graffitismo metropolitano, e anche in ambito musicale si ambienta nei territori sonori derivati dalla cultura hip hop.

Nasce così Scala Mercalli Sound (SMS), la sonorizzazione ad hoc degli ambienti espositivi, colonna sonora ideale per i lavori esposti. Un cd inedito raccoglierà le tracce musicali e sarà distribuito insieme al catalogo della mostra.


Michele Nero