mercoledì 30 aprile 2008

Ennio Zangheri e Giulietta Cavallotti

Una doppia personale a Via Metastasio 15

Diversamente dalla sua produzione tradizionale incentrata sullo studio del ritratto Ennio Zangheri presenta alla Galleria Via Metastasio 15 opere della nuova produzione Neo in cui lascia spazio ad una più libera espressione gestuale e cromatica.

La ricerca dell’artista è evidente nella scelta delle superfici di fondo e soprattutto nella stesura dei colori. In particolare Zangheri è affascinato dalle possibilità dello smalto che viene usato per la particolare brillantezza cromatica, ma anche per le capacità di reazione con la superficie di supporto: la plastica.



Le opere sono il risultato di uno specchio inglobato in una cornice a sua volta “fasciata” da fogli di plastica trasparente tesa. Un fondo dalle potenzialità vibranti, una “tela moderna”su cui è steso con energia il colore.


Si creano così interessanti sovrapposizioni e vibrazioni cromatiche cercate volutamente dall’artista grazie anche alla scelta di particolari solventi che vengono uniti agli smalti e lasciati reagire.


I colori usati sono caldi e brillanti nei gialli, rossi e arancio ma anche più tenui e delicati come l’azzurro, il verde pallido e il rosa mescolati al marrone e al bianco.

Anche sulle tele tradizionali rimane evidente una insistente ricerca sulle superfici. I fondi infatti sono realizzati sovrapponendo alla tela, carte di diverse consistenze e spessori che inseriscono, con le loro tramature, nuovi giochi di forme e colori capaci di interagire con le pennellate stese dall’artista.

La ricerca sulla materia contraddistingue anche la produzione di Giulietta Cavallotti nella serie intitolata I Cantieri, cinque tele che esprimono tramite il particolare soggetto urbano spesso degradato, una ricerca sull’uomo e sulle fatiche del lavoro.

Giocando con stucchi e sabbiature e con una stesura cromatica spessa e opaca, l’artista rende le superfici delle tele grezze ed in rilievo. L’asfalto, la ruggine il metallo dei cantieri sono resi nei colori e nelle superfici scabre trasmettendo il senso del lavoro, della fatica ma anche dello scorrere inesorabile del tempo.




Giorgia Simoncelli

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