venerdì 7 marzo 2008

IL RESTAURO DEL DOSSALE

Il restauro della tavola di Giovanni Baronzio conservata nella Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma in Palazzo Barberini

Il restauro del pannello di dossale di Giovanni Baronzio della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, come il progetto della mostra che intorno ad esso ruota, è frutto della collaborazione fra la Soprintendenza per il Polo Museale Romano e la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, che ha finanziato l’intervento sul dipinto.
La tavola venne assottigliata, presumibilmente tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, per poter applicare una parchettatura rigida e raggiungere l’obiettivo della sua planarità, secondo un criterio conservativo ottocentesco che tuttavia ha resistito molto a lungo nella prassi del restauro. Tale parchettatura impediva però il naturale movimento della tavola, che assottigliata, era oltremodo sensibile alle variazioni di umidità e temperatura. Infatti la rigidità del sistema provocava dei tratti di fessurazione, lunghi e irregolari, manifestatisi anche sul lato dipinto, nonostante questo presenti la tela originaria (“incamottatura”) interposta fra il supporto ligneo e gli strati preparatori a gesso e colla. La parchettatura è stata gradualmente rimossa e sostituita con un telaio mobile perimetrale a vincoli elastici costituiti da molle. Il telaio prevede la chiusura del retro con pannelli di legno e, fra questi, del materiale tampone (artsorb), ciò al fine di creare una barriera permeabile per rallentare gli scambi di umidità con l’esterno.
L’intervento sulla superficie pittorica è consistito, dopo i test di pulitura per stabilire le soluzioni più idonee, nella graduale asportazione delle vernici alterate che offuscavano pesantemente l’immagine. Sono state anche rimosse le vecchie stuccature e i ritocchi pittorici alterati dell’ultimo restauro (contestuale alla realizzazione della parchettatura). Quindi è stata effettuata la reintegrazione pittorica ad acquerello, ovviamente reversibile, e la verniciatura finale. Si è così restituita all’immagine un buon grado di lettura della cromia, delle singole figure e della composizione generale. Sulle superfici dorate, lavorate finemente a incisione e con una ricca punzonatura, si può nuovamente osservare il disegno delle aureole dei personaggi e dei motivi decorativi vegetali e animali (aquile) raffigurati in serie sugli sfondi delle scene.
Il restauro, con la direzione lavori di Daniele Ferrara, funzionario storico dell’arte della Galleria Nazionale, è stato affidato a due esperti professionisti. Per la parte relativa al supporto ligneo è stato chiamato Pierpaolo Monfardini, restauratore di livello internazionale, collaboratore e ispettore onorario della Soprintendenza di Bologna, nonché studioso delle tecniche di realizzazione delle tavole antiche, in merito alle quali sta lavorando alla realizzazione di un catalogo delle punzonature delle opere della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Il restauro della superficie dipinta è stato affidato ad Ilir Shaholli, che, collaboratore da tempo delle Soprintendenze romane e anch’egli indagatore delle tecniche pittoriche, ha una lunga esperienza sulle tavole medievali in particolare quelle delle diverse scuole adriatiche. I lavori si sono svolti all’interno della Galleria Nazionale.

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